Ipab, Sernagiotto al contrattacco: resti pure la querela, non mi faccio intimidire da nessuno
Venerdi 1 Marzo 2013 alle 00:22 | 1 commenti
Legge con attenzione e pure con un pizzico d'ilarità la lettera impugnata da Gianni Cristofari, a nome dell'intero Cda dell'Ipab di Vicenza. Poi Remo Sernagiotto fa la voce grossa. E alla richiesta dell'istituto di Rolando di riconoscere la correttezza dell'ente per ritirare la querela di diffamazione, l'assessore regionale ai servizi sociali risponde con fermezza: "La querela può rimanere in essere. Se poi non hanno speso soldi, come si evince dal comunicato, ne sono felice. Meglio evitare sprechi di questi tempi.
Di solito si dà mandato ad un avvocato per querelare, ma meglio per l'Ipab che non abbiamo pagato. In ogni caso, ribadisco, e che sia l'ultima volta, la mia posizione: non ho alcun rancore o sentimento di invidia, della querela non m'importa nulla e se dalle ispezioni emerge un solo elemento non a norma io attuo il commissariamento". Insomma, più che placare lo scontro frontale, la lettera del Cda dell'Ipab ha incendiato la diatriba tra il presidente Rolando e l'assessore regionale: "Tengo a lanciare un messaggio chiaro - aggiunge Sernagiotto - Il sottoscritto non si fa intimidire da nessuno. Sto parlando in questi giorni solo per replicare, ma ora è giunta l'ora di mettere la parola fine. Io vado avanti per la mia strada, faccio il mio lavoro. Il signor Rolando stia tranquillo: se non ci sono le condizioni per il commissariamento io non vado di certo ad inventarlo da nulla. Tutte queste reazioni mi fanno pensare che evidentemente sono molto attaccati a quella sedia. In ogni caso, nel giro di una decina di giorni la questione dovrebbe essere risolta. Ed in caso di commissariamento Rolando potrebbe continuare a far ricorso, ma pagando tutto di tasca sua". Anche sulla questione della riforma ne ha da dire Remo Sernagiotto. Gli han dato dell'incompetente e lui risponde subito: "Evidentemente Rolando non sa che la riforma non la fa la giunta, ma tutto il consiglio e che c'erano due proposte. Una dal centro-sinistra ed un'altra dal centro-destra: io le ho messe insieme, ma in quel momento venne fuori una terza proposta, che era un chiaro tentativo di frenare il processo di legge. Fosse per me la riforma sarebbe già fatta e con pochi punti chiave: innanzitutto il presidente Ipab lo farei nominare dal governatore della Regione, in seconda istanza porterei la conferenza dei sindaci a nominare cda che lavorino gratuitamente".
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