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Ipab San Camillo: massimo ribasso Bramasole e minori servizi. Toccherà ora anche alla Skill al Comune di Vicenza?

Di Pietro Rossi Martedi 22 Settembre 2015 alle 09:56 | 0 commenti

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Quel viziaccio brutto della pubblica amministrazione: appalti vinti al massimo ribasso sempre e comunque. E quando tutto scoppia, allora il sistema si sveglia ma è sempre troppo tardi. È successo e succede con gli appalti per la pulizia del Comune di Vicenza e la storia si ripete con la Bramasoli, coop che gestisce i servizi Ipab, diffidata dall'ente per inadempienza. Una storia che conferma ancora una volta la natura diabolica dell'apparato pubblico.

 

Due vicende molto simili quelle delle gare per le pulizie delle strutture del Comune di Vicenza e della gestione dell'Ipab San Camillo. Nel primo caso i lavori, affidati alla cooperativa Mirror a un prezzo stracciato, hanno portato disservizi e mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti i quali, con il subentro della nuova azienda - una Ati guidata dalla ditta Skill - sono stati nuovamente beffati: orario ridotto e nuovi ritardi nei pagamenti. Nel secondo caso, invece, la situazione è ancora più paradossale. La privatizzazione dei servizi sociali pubblici, avvenuta in massa circa dieci anni fa, ha fatto entrare nel mercato colossi della cooperazione come la cooperativa padovana Codess vera e propria potenza del settore con oltre 2500 dipendenti e 58 milioni di euro di fatturato. Proprio la Codess era la detentrice dell'appalto al San Camillo - unica Ipab gestita da esterni - prima della Bramasole. Un predominio portato avanti per anni e un appalto prorogato ad oltranza dall'allora commissario straordinario Francesco Zantedeschi.

Ci teneva, la Codess, all'Ipab. Una cooperativa sulla quale circolavano voci di legami con politici e centri di potere, alcuni di quali poi finiti anche nel calderone della tangentopoli veneta. Alla fine, potenza del massimo ribasso, nemmeno un ricorso intentato nel 2014 contro la nuova arrivata, la Bramasole è servito alla Codess a non dire addio al San Camillo.
Un ribasso incredibile quello della nuova arrivata: 300 mila euro in meno rispetto alla precedente. La Bramasole è una cooperativa poco conosciuta e non ancora "famosa" nel mercato (ma il presidente, Moreno Lando, è finito con altre due coop al centro dello scandalo sulla distribuzione dei fondi di rotazione per le riqualificazioni di immobili a favore di disabili, detenuti e fasce deboli) mentre l'Ipab è sempre gestito da Zantedeschi, commissario regionale che si è ripromesso di tagliare i debiti dell'ente. Tagli che per prima cosa si riflettono su servizi e dipendenti. Nell'autunno del 2014, infatti, il commissario elimina posti letto e reparti mentre la coop rivela i limiti di quell'offerta ridicola annunciando il licenziamento di alcuni dipendenti e arrivando alla fine a ridurre stipendi e ore di lavoro. Un autunno caldo per l'Ipab, quello del 2014, con scioperi e manifestazioni da parte dei dipendenti. Poi tutto sembra normalizzarsi anche se sotto alla cenere la brace continua a restare accesa. Nel frattempo - giugno 2015 - al San Camillo scade il commissariamento e il sindaco Achille Variati nomina il cattolico Lucio Turra il quale arriva già consapevole della situazione in cui versa l'ente.
All'Ipab le condizioni di lavoro dei dipendenti sono pesanti. Quel "massimo ribasso" ha portato un decadimento degli standard di servizio. I lavoratori sono sotto organico e basta l'assenza per malattia di una persona per interrompere un servizio delicato come quello dell'assistenza agli anziani. La diffida arrivata nei giorni scorsi alla Bramasole non conferma quindi niente di nuovo ma certifica solamente il perdurare di una situazione oramai cronicizzata. Le irregolarità nella gestione del servizio e nel trattamento degli ospiti sono il riflesso diretto di una mala gestione del pubblico che fa sempre da Ponzio Pilato e che insiste ad appaltare i servizi pubblici con l'unico e solo scopo di risparmiare. Al San Camillo come a Palazzo Trissino - e come in tutta Italia - è il sistema a essere il primo colpevole. Un sistema ottuso che prima svende i servizi e poi si lamenta di come siano finiti nelle mani sbagliate.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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