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Invasione di cavallette, Secco: fondamentale la collaborazione di tutti

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 8 Agosto 2013 alle 15:40 | 0 commenti

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Provincia di Vicenza - “Oggi abbiamo fatto il primo passo. Si tratta di una problematica diffusa per la quale sarà fondamentale la collaborazione dei Comuni e anche con gli atenei oltre che con tutto il territorio”. Parola d'ordine: fare squadra.

L'invasione delle cavallette in alcune zone del Vicentino è stato il motivo che questa mattina, nella sala del consiglio comunale di Nanto, ha spinto i sindaci di 20 amministrazioni comunali ed i rappresentanti della Ulss 8 e delle principali sigle sindacali del comparto dell'agricoltura, nonché molti operatori agricoli della zona, a rispondere alla chiamata della Provincia di Vicenza.

Un incontro pratico, informativo, aperto dal Capo Gabinetto di Palazzo Nievo Dino Secco e svolto da Sergio Carraro, agronomo dell'Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria “N. Strampelli” di Lonigo, il quale ha illustrato alla folta platea il documento riassuntivo preparato in collaborazione con il Dipartimento Dafnae dell'Università di Padova. Il tecnico ha innanzitutto ricordato che al Calliptamus italicus, la comune specie di ortotteri, da noi si aggiunge anche il Barbitistes vicentinus, autoctona e limitata alle aree collinari dei Colli Berici e dei Colli Euganei. La prima ha un ciclo vitale fino a ottobre e divora tutto ciò che si trova a terra, la seconda invece si differenzia per l'abitudine a salire e dunque a infestare piante e alberi. “Il problema delle infestazioni riguarda il Calliptamus. Va detto subito che dagli inizi degli anni 2000 non sono più una novità, però con un inverno ed una primavera così piovosi ed umida (l'acqua genera un fungo che distrugge le larve ma così non è stato stavolta) ci aspettavamo un abbattimento di questa presenza ma così non è stato. Evidentemente qualcosa si è alterato a livello di equilibrio biologico e questo fa pensare”. Inutile, però piangere sul latte versato e di fatti la Provincia di Vicenza sposta l'attenzione sulle cose da fare, a cominciare da una sensibilizzazione generale. “Ci vuole una strategia di lotta. Ognuno deve fare la propria parte, dai cittadini, sentinelle del territorio, alle amministrazioni. Le cavallette depongono le uova – e la buona notizia che hanno solo una generazione – proprio in questo periodo su terreni sodi, prati permanenti o terreni incolti, non lavorati, esposti a sud. Questo significa che l'uomo, abbandonando la terra, contribuisce a questi fenomeni. Quindi, in previsione dell'anno prossimo bisogna individuare le grillare e procedere alla loro disinfestazione smuovendo quanto meno il terreno. Bastano 30 centimetri”.

Nell'immediato, le risposte sono soprattutto tampone, come ha confermato anche Celestino Piz, Direttore dell'Ufficio Prevenzione, e come sottolineano i responsabili provinciali. “Ci sono trattamenti chimici a base di Deltametrina che però hanno grossi limiti di efficacia, elevati costi e notevole impatto sull'ambiente.

Anche la natura offre, come è stato scritto, aiuti, ad esempio le esche granulari per i grilli o le famose faraone, ma queste sono risposte che valgono se localizzate in aree delimitate. Comunque gli studi di settore continuano e noi saremo pronti a registrare conclusioni e progressi e a metterli a disposizione di Comuni, categorie economiche e singoli operatori”. Per il momento, dunque, la risposta migliore è prevenire, “magari provvedendo – riferisce il dottor Piz – ad una mappatura dei rischi”, e coinvolgendo i proprietari e le comunità. Anche con ordinanze, se è il caso, essendo attiva una legge al riguardo del 1931. “Ma i Comuni – hanno sottolineato diversi primi cittadini – possono far molto, anche perché il problema, visto come si spostano questi animali, alla fine è di tutti”.  “A breve – chiude Dino Secco - partirà una lettera all'indirizzo della Regione, firmata da Provincia, Comuni e Organizzazioni economiche, nella quale sottoponiamo alla sua attenzione la problematica e le conseguenze che si stanno determinando. E subito dopo Ferragosto sarà operativo un tavolo di lavoro, cui parteciperanno con noi tre Comuni, tre rappresentanti di categorie economiche e gli agricoltori, che farà da primo filtro”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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