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Invasione di cavallette nel vicentino

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 23 Luglio 2013 alle 15:43 | 0 commenti

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Provincia di Vicenza - “Con un inverno ed una primavera così piovosi ed umidi ci aspettavamo un abbattimento di questa specie ma così non è stato. Evidentemente qualcosa si è alterato a livello di equilibrio biologico e questo fa pensare. Le infestazioni, però, dagli inizi degli anni 2000 non sono più una novità”. In principio furono Piemonte ed Emilia Romagna ma ogni allarmismo di tipo biblico o apocalittico è per ora fuori luogo.

Certo, l'invasione di cavallette in alcune aree della cinta urbana c'è stata, come pure non è da trascurare la curiosità segnalata da Sergio Carraro, tecnico agronomo dell'Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria “N. Strampelli” di Lonigo, ma le soluzioni per combatterle non mancano. Fondamentale però la conoscenza. 

“Nel nostro territorio – sottolinea Carraro - ci sono due specie, il Barbitistes Vicentinus, autoctono e piccolo, che vive soprattutto sui Colli Berici ed ora pure il Calliptamus Italicus o cavalletta dei prati. Entrambe non creano problemi agli uomini ma se la prima è una specie arboricola, che predilige salire sugli alberi, la seconda è molto vorace, vive in gruppo nel passaggio all'età adulta e mangia tutto ciò che trova a terra: fagioli, patate, verdura, erba medica. Non disdegna nemmeno le piante da frutto. Le cavallette dei prati sono invasive e pigre, si spostano soprattutto camminando. Le mutate condizioni climatiche, con le estati sempre più asciutte, ne agevolano la proliferazione, che per ora è segnalata a livello puntiforme. Per la Barbitistes in particolare a San Germano dei Berici e Grancona, per le altre anche Colli Euganei e pianura”.  Entrambe vivono un anno, con la riproduzione che avviene nella fase adulta, tra fine agosto e settembre, e la schiusa delle uova prevista in aprile. “Come detto, è strano che con una stagione così piovosa ci si ritrovi di fronte a questo fenomeno. L'acqua porta dei funghi che distruggono le uova depositate sul terreno”.  Dove e come rientra in un altro capitolo, quello del loro contenimento.

Già, come affrontare le invasioni? In questo momento le azioni possono essere solo di tampone. “Vanno usati – continua Carraro - prodotti contenenti deltametrina. In casa e in giardino, sotto le finestre. Però questo risolve una situazione contingente non è che risolvi il problema, legato alle loro migrazioni, con un'applicazione”. Tra i metodi di contenimento, però, ce n'è uno assolutamente biologico: le faraone. Voraci predatrici di questi insetti a condizione che vengano abituate a nutrirsene fin da piccole. Esperimenti in tal senso sono stati portati avanti e con successo sia in Piemonte che in Emilia Romagna, ma sempre all'interno del perimetro delle aziende agricole e delle fattorie. Non si tratta, però, di un rimedio esaustivo, avere faraone non significa liberare automaticamente tutto un territorio dalla presenza degli insetti. 

Come sempre, dunque, la cosa migliore è prevenire. Come? Individuando innanzitutto le grillare, ovvero il luogo dove le uova vengono depositate. Si tratta di terreni sodi, prati permanenti o terreni incolti, non lavorati, esposti a sud. “Sì, l'uomo, abbandonando la terra, contribuisce a questi fenomeni. Individuare queste grillare non è facile ma è l'unico modo, procedendo poi con la loro disinfestazione, per contrastare il fenomeno. Per questo motivo è sempre più necessaria un'azione di coordinamento fra comuni, enti di ricerca e soggetti privati.

“Abbiamo contattato – sottolinea il Capo Gabinetto provinciale Dino Secco – anche l'Università di Padova per capire le esperienze vissute e le soluzioni adottate nei Colli Euganei. E' nostra intenzione redigere una guida con foto per darla alle amministrazioni affinché possano mettere a disposizione della cittadinanza uno strumento informativo completo. Al riguardo entro settembre faremo un incontro con i tecnici comunali, presenti esperti universitari, per offrire strumenti e riferimenti che consentano di organizzare interventi di prevenzione. Queste infestazioni, ripeto, non sono tamponabili chimicamente, ci vuole prevenzione”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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