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Intesa vicina tra Veneto e Trento sulla Valdastico Nord?

Di Rassegna Stampa Giovedi 25 Giugno 2015 alle 10:53 | 0 commenti

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Sembra avviarsi finalmente a soluzione l’annosa querelle della Valdastico Nord, il prolungamento della A31 in direzione Trentino bloccato oramai da 5 anni dal veto della Provincia autonoma di Trento (era il 12 febbraio 2010 quando Attilio Schneck, presidente della Brescia-Padova, annunciava l’avvio del bando europeo per la progettazione da Piovene Rocchette all’Autobrennero).

Un niet, quello trentino, blindato da una sentenza della Corte costituzionale e per questo ritenuto «insuperabile» dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che finora ha impedito a Serenissima di ottenere il prolungamento della concessione sulla A4 fino al 2026.
Il governatore Luca Zaia ha preso parte ieri pomeriggio alla riunione preparatoria del Cipe nel corso della quale si è preso atto della nota del 17 giugno in cui per la prima volta Trento dà la sua disponibilità a valutare l’allungamento dell’autostrada nel suo territorio, purché questa contribuisca «all’alleggerimento del traffico nella zona dei laghi e dell’Alta Valsugana», oltre che del capoluogo, e permetta di convogliare sulla nuova arteria il traffico pesante, «favorendo la salvaguardia ambientale della Valsugana orientale». Richieste che si concretizzerebbero in un ritocco al progetto definitivo del secondo lotto, con un diverso innesto sulla A22 all’altezza di Mattarello (aspetto che non sembra preoccupare troppo Brescia-Padova, che a suo tempo aveva messo a punto ben 5 diverse soluzioni) e soprattutto con una bretella di collegamento tra la Valdastico e la Valsugana che attraversi Pian dei Pradi e Caldonazzo per approdare a Levico Terme (novità che comporterebbero un allungamento del tracciato a 44,4 chilometri, cui si aggiungerebbero i 5 chilometri della bretella). C’è poi l’altro elemento cardine dell’intesa, il più complicato da chiudere, e cioè la rinuncia da parte del Veneto alla nuova superstrada Valsugana, il cui project financing, promosso dall’Ati Pizzarotti, Mantovani, Cis e Cordioli è stato approvato nel 2011 e per la quale è già stato dichiarato il pubblico interesse. Anche per questo Zaia resta guardingo e preferisce non sbilanciarsi: «Domani (oggi, ndr .) incontrerò Delrio e i rappresentanti della Provincia autonoma di Trento. L’obiettivo è chiudere per la prossima riunione del Cipe, in agenda per fine giugno, ma non c’è ancora nulla di definito, men che meno un accordo a scatola chiusa. Vogliamo capire esattamente quali siano le loro richieste, se siano realizzabili, quanto costino (un aspetto, quest’ultimo, che dovrà essere valutato da Brescia-Padova in vista del progetto definitivo e recepito nel piano economico finanziario, ndr .). Siamo in una fase assolutamente preliminare». Cautela anche da parte di Mauro Gilmozzi, assessore alle infrastrutture della Provincia di Trento: «Noi non siamo andati al pre Cipe e ad ora non ci è arrivata alcuna proposta. Non c’è alcuna intesa. La novità è che si apre un tavolo di confronto e si inizia a ragionare con il Veneto, si avvia una fase nuova. Noi non abbiamo un diritto di veto, ma certo porteremo le nostre ragioni, che privilegiano la ferrovia».
Il solo fatto che ci si parli, dopo anni di muro contro muro è comunque una notizia o meglio, la notizia. Che ha pure rilevanti aspetti pratici, visto che permette al ministero di chiedere alla Commissione europea un differimento di 18 mesi del termine del 30 giugno 2015 per l’approvazione del progetto definitivo, così da ridare fiato alla Brescia-Padova. Entro 16 mesi dall’adozione della delibera da parte del Cipe, sempre al ministero toccherà presentare il progetto definitivo, il piano economico finanziario aggiornato della convenzione. 
di Marco Bonet Corriere del Veneto

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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