Intervista ad Emidia Papi dell'Usb: venerdì 27 sciopero giusto e difficile
Giovedi 26 Gennaio 2012 alle 23:48 | 0 commenti
 
				
		Usb -Intervista ad Emidia Papi dell'esecutivo nazionale dell'Usb, sindacato di base impegnato, venerdì 27, con numerose altre sigle in uno sciopero "giusto e difficlie". E' il primo di una lunga serie e arriva in un momento particolare per il paese in cui vecchie alleanze politico-sociali stanno per essere demolite sotto i colpi della crisi. Una demolizione che di fatto libera energie e che può rappresentare per il sindacato una occasione irripetibile.
Uno sciopero di cui nessun mass media ha parlato.
Nessuno ne ha  parlato. E abbiamo anche protestato nelle sedi formali per il  trattamento che abbiamo ricevuto. Abbiamo registrato rispetto a questa  mobilitazione un vero e proprio bavaglio dichiarato. Non se ne può  parlare e basta. Se se ne parla è come lo sciopero dei trasporti. Nel  migliore dei casi viene accomunato allo sciopero dei benzinai e dei  farmacisti. Gli oirgani distampa tradizionali hanno in testa l'idea del  governo tecnico contro il quale si scagliano i disperati. Ecco qual è la  verità. 
E' in realtà il primo sciopero del 2012 che arriva in una situazione sociale molto in ebollizione. 
Questo  scipero è sacrosanto ed è giusto anche se difficile perché viene dopo  anni di bastonature dei lavoratori dipendenti da parte dei vari governi.  Negli utlimi mesi, soprattutto su pensioni, tariffe, e mercato del  lavoro. Sulle forme di agitazione e di rivolta, dai taxisti ai forconi:  sono i piccolissimi ceti intermedi che la crisi finanziaria sta  letteralmente macinando. Negli anni scorsi i lavoratori dipendenti, ed  oggi anche quei ceti che sono costretti a subire l'aumento delle tariffe  e non possono più evadere come prima. Non più garantiti da alcuni  referenti politici, sono spinti verso l'ìimpoverimento generale. E' una  situazione che spinge verso la disperazione. L'avevamo detto che era una  crisi dura. I poteri forti la stanno cercando di risolvere spremendo  fino all'osso i settori popolari. Non c'è quasi più nessuna traccia  della zona intermedia. Il dieci per cento dela popolazione guadagna  dieci volte di chi sta in basso. 
Questo ha delle ripercussioni sulla strategia sindacale e politica?
Per  la sinsitra le cose si fanno più complesse. Per noi il punto è non  possono più garantire nulla. Quello che pensiamo è che alcuni settori  popolari non dovrebbero essere lasciati in mano alle  strumentalizzazioni. Questi fenomeni dovrebbero essere interpretati nel  mondo gilusto. E dovrebbe essere compito di un sindacato veramente tale e  di una sisnistra tale farlo. Occorre comporre alleanze. Significa  sporcarsi le mani, ricercare il contato sociale con una realtà sociale  di cui si è persa memoria. Noi ci muoviamo, sappiamo che le nostre  potenzialità sno limitate ma abbiamo ottime aspettative. La partita non  può finire qui perché in ballo c'è la riforma del mercato del lavoro. 
E la vostra posizione sulle liberalizzazioni?
Abbiamo  espresso solidarietà ai 441 taxisti denunciati a Napoli. il Pil non si  rivolve con le licenze dei taxi. C'è da colpire i grandi patrimoni e le  grandi rendite cosa che questo governo non fa. 
Non ti chiedo come andrà lo sciopero, ma puoi dirmi qual è il clima nei luoghi di lavoro...
Sicuramente  un buon risutato sarà nel trasporto locale. Abbiamo una manifestazione  nazionale a Roma con un appuntamento a piazza della Repubblica. Ci  saranno, per esempio, i vigili del fuoco e il pubblico iumpiego, che  viene ormai macinato ad ogni manovra, ma anche gli inquilini che stanno  occupando e i precari. E infine va detto chei fronte a Monti Cgil, Cisl e  Uil hanno semplicemente balbettato e se la sono risolta con tre ore di  sciopero senza vedere che la contestazione a questo governo è appena  cominciata.  
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