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Intervista a Fazioli su VicenzaPiù

Di Luca Matteazzi Sabato 27 Giugno 2009 alle 15:00 | 0 commenti

Il libero mercato dei servizi pubblici locali? “Un'ipocrisia". La gestione in house? “Una cura necessaria". Le mire dei privati? “Normali, l'importante è che ci sia un interesse pubblico". A pochi giorni dal dibattito in consiglio comunale sulla nuova Aim, intervista al presidente Fazioli.  

 

Roberto Fazioli, presidente AimRoberto Fazioli è arrivato alla guida di Aim alla fine dello scorso settembre con un curriculum di tutto rispetto, in cui spiccavano la presidenza di Soelia e Genia, le multiutility dei comuni di Argenta e San Giuliano Milanese additate da più parti come modelli di gestione. Questa fama non gli ha risparmiato critiche di tutti i tipi: troppo emiliano, troppo decisionista, troppo accentratore, troppi incarichi. Da parte sua, lui ha ridato slancio ad un'azienda che usciva da un periodo decisamente travagliato. E ha messo in campo idee forti, destinate a scardinare feudi e orticelli: Amcps inglobata in Aim, passaggio di parte del patrimonio comunale alla ex municipalizzata, controllo pubblico prioritario su tutte le azioni. Ecco cosa ci ha detto a qualche giorno dal dibattito con cui, in consiglio comunale si affronteranno alcuni di dei passaggi chiave della nuova Aim. 

Quando è stato nominato presidente, lei è stato presentato come un tecnico, ma le attribuiscono grandi capacità politiche. È così?

No, anzi. O meglio: se per capacità politiche si intende anche la capacità di valutare e affrontare temi trasversali allora sì. Ma non in senso partitico.  

Si è parlato molto del nuovo assetto di Aim. Uno dei punti cardine è la gestione dei servizi in house, cioè senza andare a gara: perché questa scelta? Cosa risponde a chi la critica  considerandola una chiusura verso il mercato?

Sede Aim di VicenzaChi parla di mercato nei servizi pubblici locali parla di ipocrisia, perché in Italia un mercato dei servizi pubblici locali non esiste. Non esiste a Vicenza, né a Padova, né a Venezia, né a Verona, né a Treviso. Nel Veneto e in Italia non si fanno le gare, con le scuse più incredibili, e nessuno ha il coraggio di di applicare un modello corretto a quello che si fa. Mi spiego: oggi tutte le aziende hanno per la maggior parte servizi affidati direttamente; cioè un sistema in house de facto, ma nessuno ha il coraggio di dirsi in house de iure. La grande ipocrisia è questa. Quando arrivai e trovai un'azienda in stato comatoso, dissi che c'era bisogno di una cura di tre annui, e che per sistemare le cose avevo bisogno del modello europeo, ripeto europeo, dell'in house. Non è una scelta ideologica, è funzionale a curare il malato.   

Non è detto che sia negativo collegare la scelta dell'in house ad una visione politica mirata a dare la prevalenza al pubblico sul privato.

Sì, ma non è il mio caso. Respingo anche tutte le stupidaggini che leggo sulla stampa e che sento nel dibattito vicentino circa i mancati benefici derivati dalle liberalizzazioni inesistenti: la bolletta dell'energia e del gas è in linea, se non più bassa, con quella dei maggiori operatori del settore. La tariffa dell'acqua non è di competenza di Aim. La tariffa dei rifiuti la decide il consiglio comunale. Per i cittadini non c'è differenza tra l'in house o no. Aggiungo anche che per andare a gara un'azienda di 890 dipendenti dovrebbe ricorrere al modello Alitalia, cioè creare una good company da mettere sul mercato, e una bad company che continuerebbe a pesare sulle casse pubbliche. Non credo che ci siano molti politici disposti ad assumersi questa responsabilità. L'in house, infine, permette al pubblico, cioè ai cittadini, quel controllo analogo che è molto persistente e che finora è sempre mancato.  

A proposito di mercato, le risultano interessi di gruppi industriali locali sugli asset forti di Aim, in particolare sul gas e sullo smaltimento rifiuti? Sa cos'è il piano gas (il piano presentato all'ex consiglio di amministrazione per far entrare una serie di aziende locali grandi consumatrici di energia nella gestione di questo ramo d'azienda, ndr)?

È ovvio che in un momento di crisi globale non è un caso se nel mondo, non solo a Vicenza, si guardi a questi settori più o meno protetti da parte dell'industria privata.  

Quindi la risposta è sì?

Sì, ma è ovvio e naturale, e non c'è nulla di male. Per noi i rapporti con i privati sono di grande interesse. Unica condizione che posso mettere, da tecnico, è che l'interesse deve essere reciproco.  

Che è quello che si rimprovera al piano gas, cioè di essere troppo sbilanciato a favore dei privati.

L'interesse deve essere reciproco. 

Altro tema forte è quello della patrimonializzazione: può spiegare al cittadino che non segue il dibattito tecnico cos’è?

Il dibattito vicentino dimostra di non aver capito cosa è la patrimonializzazione. Vediamo alcuni punti. Uno: non c'è perdita di patrimonio, perché Aim è del Comune. Due: la patrimonializzazione avrebbe consentito straordinari benefici per il Comune e quindi per i cittadini, in termini di minore onerosità di alcune spese.  

Cioè avrebbe trasferito delle spese dal Comune ad Aim?

Esatto. Terzo: avrebbe consentito una notevole espansione ed accelerazione degli investimenti di cui si si sarebbero fortemente giovate le imprese locali. Ma siccome non si va in chiesa a dispetto dei santi, se Vicenza vuole perdere questa occasione per me è pari anche tre.  

Continua a parlarne al passato: vuol dire che ormai la dà per persa, anche se ufficialmente la decisione è solo sospesa?

È un'occasione persa, finora. Peraltro la patrimonializzazione avrebbe consentito un certo federalismo fiscale e finanziario: ad esempio, l'Iva sugli investimenti che oggi va a Roma sarebbe rimasta in Aim: anche calcolando solo un 10 per cento, su 120 milioni di investimenti programmati sono 12 milioni. Fanno proprio schifo? 

Ecco. Il piano di investimenti – i 121 milioni di euro da spendere nei prossimi tre anni - rimane in piedi anche senza patrimonializzazione? Senza questo passaggio non viene minato tutto il piano industriale?

Ci arrivo. La patrimonializzazione avrebbe comportato l'accollo da parte di Aim di mutui, e quindi oneri, che sono in capo alle spese correnti del bilancio comunale, cioè quelle dove ci sono dentro anche i servizi sociali. Ma evidentemente il dibattito politico preferisce limitare le spese per il sociale per lasciare i mutui in capo al comune e bloccare la dinamica degli investimenti pubblici. Infine, ambiziosi piani di investimento devono indurre ad un'attenta gestione degli oneri finanziari, che oggi viaggiano tra gli 8 e i 9 milioni di euro all'anno. Io preferirei non chiedere quei soldi ai cittadini, ma utilizzare i fondi dormienti del comune: sarebbe come dire che uno fa indebitare il proprio figlio per comprare la casa mentre lui tiene i soldi sotto il materasso. Che può anche andare bene, se poi uno non chiede al figlio di fare cose nel proprio interesse.  Aggiungo anche che il prestito soci da parte del Comune (un prestito di 20 milioni di euro, ndr) non serviva per fare allegre speculazioni, ma per fare quei servizi che il Comune chiede. 

Sì, ma cosa succede al piano di investimenti? Si può ancora fare anche se la patrimonializzazione viene accantonata? Uno degli obiettivi della manovra non era proprio quello di agevolare l'accesso al credito da parte di Aim?

Su questo non mi esprimo. O meglio: si può fare, ma a condizioni più onerose.  

La patrimonializzazione ha incontrato perplessità anche nella maggioranza: si è parlato di difficoltà giuridiche, di possibili strascichi contabili e anche penali? Perché tanti tentennamenti? Tutti rilievi infondati?

Ogni innovazione crea ansie o invidie. Io, da non vicentino guardo agli interessi dei vicentini. E dico che quanto è previsto nel piano industriale è non solo possibile, ma anche legittimo nel quadro delle regole italiane ed europee.  

Altra parola di cui si è parlato molto è global service: può spiegare al profano cosa cambia con questo sistema?

Significa che un'azienda come questa può fare servizi generali per la manutenzione di una città, dalla sistemazione dei posacenere alle piste ciclabili, dai sottoservizi ai semafori. Tutto viene centralizzato, o meglio industrializzato e programmato nel tempo.  

In quest'ottica Amcps viene inglobata in Aim, con la creazione di Valore città. Non sarebbe meglio una società più snella e senza cda? Cioè senza nuove poltrone?

Il motivo per cui si sono fatte e mantenute delle società di scopo, che comunque sono meno di quelle che c'erano prima e sono il risultato dell'aggregazione del famoso spezzatino, è dare modo ai comuni del circondario di entrare in queste società, allargando così il raggio di azione di Aim. Pensiamo alla manutenzione delle strade o all'installazione dei pannelli solari, due ambiti in cui si può benissimo lavorare con i comuni vicini.  

È vero che bisognerà rivedere le convenzioni di fornitura servizi con le ditte locali? Ci sarà una riduzione dei servizi affidati all'esterno? Perché poi è questa l'obiezione di fondo: se fa tutto Aim si sottrae una fetta di mercato alle ditte locali.

No. Ogni volta che si comprano attività o servizi si dovrà fare una gara ad evidenza pubblica. Tanto più lavora Aim, tanto più lavora l'indotto.  

Lei ha posizionato molti uomini di sua fiducia all'interno dell'azienda, tanto da far parlare di "emilianizzazione". Può spiegarcene i motivi manageriali?

Se tre persone su quasi novecento bastano a fare l'emilianizzazione, stiamo freschi. In ogni caso contano i fatti e non le parole: sia Sit che Aim Energy, dove operano Renato Guerzoni e Fabio Candeloro, sono in via di chiara ristrutturazione, e quindi non mi stancherò di esprimere pubblico plauso a Candeloro e Guerzoni, che stanno dimostrando una chiara capacità operativa.  

La criticano per essere troppo accentratore e per aver lasciato il cda è in secondo piano. Come stanno le cose?

Posto che non è vero, come dimostra il coinvolgimento di Campesan e Da Schio, diciamo che avendo deleghe operative voglio assumermi fino in fondo anche le relative responsabilità. 

Quando si dimetterà da Elettrogas?

Non è tema che possa interessare i vicentini né un atto dovuto. Finirò di fare gli impegni che responsabilmente ho assunto e poi procederò. Ma non è un atto dovuto.  

Nessuna scadenza, quindi. Però era un impegno che lei stesso aveva assunto.

Se il dibattito è su questo, vuol dire che non ci sono veri problemi. Cercare di ristrutturare un'azienda che è sempre al centro di sterili polemiche non è cosa facile, perché le difficoltà sono tante: c'è Marghera, c'è la Sit da rilanciare, ci sono da mantenere gli impegni sui livelli occupazionali, e poi il piano di investimenti, la montagna di bollette non pagate, i crediti difficilmente riscuotibili. Questi sono i problemi veri a cui devo dare risposte vere. Invece sento sempre parlare di teorie e problematiche da azzeccagarbugli: invito i vicentini a valutare le parole spese in base ai benefici ricevuti. E bloccare la ristrutturazione non porta certo benefici.

Perché, la stanno bloccando?

Diciamo che tutte queste polemiche mi stanno sfinendo.

Leggi tutti gli articoli su: variati, Aim, Fazioli, Gas

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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