Integrazione profughi, la Caritas chiede al governo adeguati titoli di soggiorno
Giovedi 20 Ottobre 2011 alle 19:48 | 0 commenti
Don Giovanni Sandonà , Delegato Regionale della Delegazione Caritas Nord Est - Il 10 ottobre 2011 si sono riuniti a Zelarino (Venezia) la Presidenza della Conferenza Episcopale del Triveneto e quella delle Caritas del Nord-Est. L'incontro, al quale erano istituzionalmente presenti la Prefettura di Venezia e quella di Trieste assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia (Enti Attuatori nel nostro territorio), aveva per oggetto gli imminenti rinnovi degli accordi per la gestione dei servizi di accoglienza ai cittadini migranti inviati dal sistema di Protezione Civile Nazionale.
Dopo aver constatato infatti che alla stragrande maggioranza dei migranti viene negato un titolo di soggiorno adeguato, che permetta la prosecuzione dei percorsi di accoglienza e di inclusione sociale, si è preso atto della necessità , nel pieno rispetto della legge, di un provvedimento istituzionale da parte delle Autorità nazionali, idoneo a far ottenere a queste persone un titolo di soggiorno adeguato.
Infatti, se non vi fosse da parte del Governo, in coerenza con lo stato di emergenza prorogato al 31 dicembre 2012, un provvedimento in tal senso, qualsiasi percorso di prossimità e inclusione da parte delle Caritas e di altri Enti Ecclesiali non porterà da nessuna parte. Anzi, tanto più sarà lungo, tanto più illuderà . E se anche le persone già accolte decidessero di andarsene, prendendo sul serio l'invito a lasciare il territorio italiano quale conseguenza dei dinieghi già ricevuti, di fatto esse non potrebbero rientrare in Libia dove erano già immigrate ed è impensabile che possano far ritorno nei loro rispettivi paesi d'origine, dai quali sono partiti vari anni fa per condizioni di miseria o di guerra. È evidente dunque la contraddizione.
Per questo la Presidenza della Conferenza Episcopale Triveneta ha già formalmente interpellato gli Enti Attuatori territorialmente competenti per le due regioni, affinchè sollecitino il Governo a dare nei prossimi immediati mesi le risposte politico-istituzionali che permettano di sviluppare il percorso di inclusione per coloro che ottengono forma e titolo di soggiorno o di affrontare con senso realistico e umanitario, rispettoso della dignità di ogni persona, l'iter procedurale del ricorso. Nell'attesa, l'indicazione della Conferenza Episcopale Triveneta alle Caritas Diocesane e agli altri Enti Ecclesiali che hanno stipulato fin qui accordi di accoglienza con il Governo italiano, è di rinnovarli fino al 29 febbraio 2012.
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