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Inquinamento Pfas, Ordine dei geologi: noto da tempo, ma manca una normativa

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 22 Aprile 2016 alle 15:26 | 0 commenti

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L'Ordine dei geologi regionale Veneto interviene in merito al problema dell'inquinamento da Pfas

«Dal punto di vista scientifico i PFAS sono noti da tempo. I “nuovi contaminanti”, sostanze non normate per le acque sotterranee, sono un problema attuale. La comunità scientifica (Cnr in testa) conosce e studia moltissimi nuovi composti potenzialmente contaminanti, ma se questi non vengono  inseriti nelle tabelle di riferimento per le acque sotterrane e per le acque ad utilizzo idropotabile, non verranno ricercati». Il problema fondamentale sta proprio qui.

«Tali composti non sono sistematicamente ricercati,  e si finisce per “scoprire” il problema solo quando questo si è già manifestato e diffuso a scala provinciale o regionale.

Le strutture idrogeologiche dove i contaminanti nuovi e vecchi “scorrono” non sono studiati adeguatamente e la normativa non dà indicazioni su come intervenire qualora vengano individuati».

L'Ordine evidenzia, inoltre, una contraddizione: «Le acque sotterranee seguono, dal punto di vista normativo, tre riferimenti differenti: acque sotterranee, acque potabili e acque minerali. I limiti di legge per le varie tipologie di acque sono molto diversi: ipoteticamente la medesima acqua con il medesimo chimismo potrebbe essere conforme alla legge per la potabilità, ma contaminata per quella per le acque sotterranee. Certamente questi riferimenti disomogenei e talora assenti non aiutano l’utente ad avere chiarezza su cosa sta bevendo».

L’Ordine evidenzia che «l'idrogeologia sperimentale oggi permette approfondimenti elevatissimi sia in ambito di indagini sia di modellazione e permetterebbe agli studiosi ed agli enti di avere gli strumenti necessari per capire quanto contaminante c’è in falda, dove sta andando e da dove viene, che velocità ha, quanto durerà e dove andrà a finire. Basta solo voler investire nel proprio territorio».

«Ci si chiede quanto tempo ancora dovrà passare perché si spinga verso uno studio scientifico approfondito dei propri Acquiferi Regionali - conclude l'Ordine -, per trovarsi già pronti nel caso, non remoto, che compaia qualche altro nuovo contaminante oltre ai PFAS, come ad esempio le sostanze radioattive presenti nelle acque sotterranee destinate al consumo umano».

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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