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Influenza aviaria, Berlato: Zanoni tenta di speculare sul problema

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 3 Settembre 2013 alle 12:01 | 0 commenti

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on. Sergio Berlato, componente Commissione ambiente sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo - Ancora una volta l’on. Andrea Zanoni tenta di speculare sul problema dell’influenza aviaria per cercare di raggiungere quello che sembra essere il suo unico vero scopo: soddisfare quella che sembra essere la propria principale ossessione rappresentata dalla volontà di impedire ai cacciatori di esercitare la propria attività.

Approfittando della scarsa conoscenza di una parte dell’opinione pubblica sul problema dell’influenza aviaria, l’on. Zanoni chiede alle istituzioni europee di far chiudere la caccia nelle regioni del Nordest Italia per impedire la diffusione dell’influenza aviaria causata, a suo dire, dalla movimentazione degli uccelli da richiamo usati nell’attività venatoria.

Dando ancora sfoggio della sua “carità pelosa” l’on. Zanoni finge di preoccuparsi addirittura della salute dei cacciatori, chiedendo la chiusura dell’attività venatoria per impedire che i cacciatori possano venire a contatto con il sangue infetto delle loro prede ed infettare a loro volta i loro figli, le loro mogli e di conseguenza tutti coloro che possono venire a contatto con i loro familiari.

In realtà, dubitiamo fortemente che ad Andrea Zanoni ed agli altri suoi amici animalisti possa interessare qualcosa della salute dei cacciatori e dei loro familiari. Non bastava additarli falsamente come pericolosi per se stessi e per gli altri per l’uso delle armi da caccia, adesso si rincara la dose facendo credere che i cacciatori possono essere dei diffusori di contagio e quindi soggetti da isolare socialmente e sanitariamente.

Se gli animalisti “alla Zanoni” la smettessero con la loro ossessione contro la caccia e cominciassero a studiare su qualche testo scientifico, scoprirebbero che la FAO, a seguito di una ricerca approfondita effettuata dai propri scienziati attraverso il prelievo di oltre 350.000 uccelli selvatici in Europa, Asia, Africa e America, ha constatato che la diffusione del virus dell’influenza aviaria è legata principalmente al commercio di pollame vivo infetto (proveniente da allevamento) e non certo allo spostamento degli uccelli migratori o dei richiami vivi usati nell’attività venatoria.

La stessa Commissione europea e le varie istituzioni comunitarie, già più volte interpellate sulla questione dell’influenza aviaria, hanno avuto modo di affermare che la caccia non fa parte del problema ma fa parte della soluzione.

Prezioso è stato considerato dalle istituzioni comunitarie il ruolo dei cacciatori che gratuitamente e volontariamente hanno contribuito a garantire una capillare azione di monitoraggio sul livello di diffusione dell’influenza aviaria in Europa causata da un virus che, è utile ricordarlo, è estremamente pericoloso per il pollame ma che rappresenta un pericolo del tutto trascurabile per gli esseri umani.

Del resto con questo virus, isolato già dalle fine del 1800 in Europa, abbiamo convissuto nei secoli e dovremo conviverci nei secoli futuri, senza che questo possa destare particolari preoccupazioni per la salute degli esseri umani.

Gli esperti mondiali di sanità pubblica confermano infatti che la carne del pollame morto a causa del virus dell’influenza aviaria, se cucinata per almeno tre minuti ad una temperatura di almeno sessanta gradi, può essere tranquillamente ingerita dagli esseri umani senza che questo rappresenti alcun pericolo per la loro salute.

Come del resto è risultato assolutamente infondato il pericolo di una pandemia (epidemia in larga scala) causabile dal virus dell’influenza aviaria tra gli esseri umani, dal momento che questo virus non si trasmette tra esseri umani.

Con questo non vogliamo certo in alcun modo minimizzare le gravi conseguenze economiche ed occupazionali derivanti dalla diffusione del virus dell’influenza aviaria negli allevamenti di pollame, ma un conto è circoscrivere il problema analizzando le sue cause dal punto di vista strettamente scientifico, un’altra cosa è tentare di fare allarmismo ingiustificato utilizzando discutibili speculazioni, scambiando i cacciatori come unici bersagli sui quali scaricare tutte le proprie ossessioni.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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