Indipendenza Veneta, Pizzati: è inevitabile, la maggioranza dei veneti la vuole
Martedi 11 Settembre 2012 alle 19:30 | 0 commenti
Lodovico Pizzati, segretario Indipendenza Veneta - Dopo un weekend di attenzione mediatica sulla fattibilità del referendum per l'Indipendenza Veneta una cosa non viene messa in dubbio: la stragrande maggioranza dei veneti la vuole. Il Corriere del Veneto pubblica questo martedì a pagina 3 il risultato del proprio sondaggio online: l'84% dei veneti è favorevole. È stato grazie ad un notevole lavoro sul territorio fatto da parte di tutti noi, con la raccolta firme e le lettere ai consiglieri, che siamo riusciti a forzare il tema dell'Indipendenza Veneta e a costringere i nostri attuali rappresentanti istituzionali a prendere seriamente la questione.
La soluzione dell'Indipendenza Veneta non potevano ignorarla perché abbiamo reso noto a loro che il loro datore di lavoro siamo noi, e non Roma. L'Indipendenza Veneta è l'unica azione politica fattibile qui in Veneto, e le fibrillazioni autonomiste con proposte di macro regioni varie, che abbiamo sentito come reazione alla nostra schiacciante mossa, sono dei rigurgiti di una classe dirigente che dimostra di non avere idee. Basta insultare l'intelligenza dei veneti con le solite sirene federaliste o macroregionaliste che auspicano un impossibile consenso da parte di Roma.
Tra le varie ipotesi autonomiste sparate in tutta fretta da uno status quo preso in contropiede, i quotidiani hanno anche cercato di far passare il concetto di impossibilità legale del referendum per l'Indipendenza Veneta. Non occorreva scomodare costituzionalisti per farci dire che Roma aggrotta le ciglia alla soluzione di autodeterminazione. Quello che i giornali non dicono è che in contrasto all'ufficio legale della Regione Veneto c'è stata l'opinione di avvocati consulenti della stessa Regione Veneto esperti in diritto internazionale. Infatti, il nocciolo della questione sta proprio qui: parte della costituzione italiana è in netto contrasto con il principio di autodeterminazione tutelato dalle Nazioni Unite e dall'Unione Europea.
Il problema è che lo stato italiano non sta violando i trattati internazionali perché non esiste prova di repressione democratica fintantoché sono i rappresentanti politici veneti ad essere autolesionisti e a non esercitare il proprio sacrosanto diritto, e il volere della propria cittadinanza. Se il consiglio regionale decide di fare l'ulteriore passo e discutere la questione (costituzione italiana vs. diritto internazionale) allora la patata bollente passerà veramente nelle mani dello stato italiano. E se lo stato italiano reprime la sovranità popolare allora avremo tutte le carte per imporre una tirata d'orecchie da parte della comunità internazionale, e ottenere così un monitoraggio internazionale per il referendum sull'Indipendenza Veneta. Se invece il consiglio regionale del Veneto si sottrae a questo dovere rappresentativo, allora ne pagheranno inevatibilmente le conseguenze elettorali. In questo momento di crisi economica, dove il Veneto viene spremuto peggio di una colonia africana, l'Indipendenza Veneta è l'unica alternativa al declino italiano. Noi veneti non ci meritiamo di impoverirci per colpa di una classe dirigente che si rifiuta di rappresentare i nostri interessi. La maggioranza dei veneti è sempre più a favore dell'Indipendenza Veneta. Ed è per questo che il referendum è inevitabile.
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