VicenzaPiù e Lega Nord dopo amministrative. Quero: Lega è unico partito leninista d'Europa
Venerdi 20 Maggio 2011 alle 15:47 | 0 commenti
Abbiamo posto agli esponenti delle parti politiche tre domande sulla situazione "critica" della Lega Nord dopo le ultime amministrative. In attesa che arrivino le risposte anche degli esponenti della Lega Nord interpellati (tra cui il segretario provinciale Maria Rita Busetti e l'onorevole Manuela Dal Lago) iniziamo la carrellata con Matteo Quero, consigliere Provinciale del partito Democratico.
Domanda: Nelle amministrative che coinvolgevano nel Vicentino 11 comuni all'attivo solo un sindaco ad Orgiano e per giunta eletto senza il simbolo leghista! Negli altri 10 comuni un flop totale anche là dove la Lega governava. Qual è il motivo di questa apparente debacle per il vertice dei comuni?
Risposta: a Lega ha marciato per anni sulla promessa che il federalismo avrebbe ridotto le tasse. In dieci anni dal contratto con gli italiani, le tasse non sono calate, la disoccupazione è aumentata, i trasferimenti di risorse dallo Stato ai Comuni si sono ridotti. In più è oltre un anno che la politica italiana è dominata solo dalle vicende processuali del premier. Chi vota Lega non crede che il parlamento debba occuparsi solo di questo. E se la Lega invece fa la stampella muta al Cavaliere, può scegliere anche di non votare.
Domanda: Sono aumentate recentemente, dopo quella di Davide Lovat, le espulsioni dal partito, di cui l’ultima in ordine di tempo è quella di Manuel Sbabo, consigliere di maggioranza a Recoaro. Per giunta, dopo l’esito elettorale, giudicato inferiore alle attese, il candidato sindaco di Caldogno, Gianfranco Rigoni, ha annunciato le dimissioni da consigliere e addirittura la riconsegna della tessera della Lega in aperto contrasto con Maria Rita Busetti, segretaria provinciale del partito, alla cui elezione aveva appena contribuito. E’ una Lega allo sbando con pochi contatti con la base e troppo dominata da un vertice decisionista o sono casi frequenti ma isolati e isolabili?
Risposta: La storia ci dice che la Lega ha sempre risolto così i suoi problemi. In barba al federalismo e alla democrazia dal basso, la Lega è l’unico partito leninista d’Europa, dove alla fine comanda uno solo. Anzi, è ancora peggio, perché oltre al verticismo esasperato, c’è pure il nepotismo, con il Trota già candidato alla successione. Uno strano concetto di rinnovamento. Io ho un’idea di politica diversa, che si basa sulla partecipazione e sul confronto aperto. In un partito aperto che sceglie i suoi candidati attraverso primarie aperte, come successo a Milano e Torino.
Domanda: Espulsioni e dimissioni sono, comunque, segno solo di un malessere locale o di un più ampio fenomeno legato al richiamo alle origini del movimento del senatùr e a una volontà di distacco dai comportamenti del premier, che dopo domenica e lunedì si registra in quasi tutto il resto del Paese tra la base leghista delusa?ÂRisposta: La Lega è diventata un partito normale e scopre che non si può essere di lotta e di governo. espulsioni e dimissioni sono il sintomo di un partito schizofrenico. Basta guardare la vicenda profughi: il leghista Maroni chiede alle regioni di accoglierli, il leghista Zaia convoca gli enti locali per organizzare la cosa e due leghisti come Schneck e Muraro rispondono che tocca al Governo arrangiarsi. Ma quante linee ha la Lega? Io dico che tenere il piede in due scarpe è roba da politicanti. E gli elettori hanno punito anche questo.
A seguire, rimanendo in attesa di ulteriori (liberi) contributi, pubblicheremo quelli ad oggi arrivati di Ginato, Ellero, Lovat, Conte.
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