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Inchiesta su Alfio Marchini che intreccia Banca Popolare di Vicenza e Banca Etruria

Di Rassegna Stampa Sabato 19 Novembre 2016 alle 11:13 | 0 commenti

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Quanto vale l’imprenditore Alfio Marchini? E quanto vale l’uomo politico? La risposta è affidata a un’inchiesta della Procura di Roma che intreccia le indagini su Banca Etruria e Banca Popolare di Vicenza. L’imprenditore non vale quel che appare, secondo i magistrati, che lo accusano di aver falsato le comunicazioni che sul bilancio della Imvest – società quotata nella Borsa delle piccole e medie imprese – della quale Alfio Marchini è considerato l’amministratore “di fatto”. Se fosse vero, l’imprenditore Marchini mentiva sui suoi conti societari, proprio mentre si candidava per il Campidoglio. Secondo l’accusa, “nel bilancio (2015), nelle relazioni e altre comunicazioni sociali dirette ai soci della Imvest e al pubblico, sono stati consapevolmente esposti fatti materiali non corrispondenti al vero”.

Gli investigatori del nucleo speciale di Polizia valutaria, che hanno analizzato il bilancio Imvest del 2015, scoprono “l’iscrizione di valori che non potevano essere contabilizzati all’attivo, quali un credito nei confronti dell’Astrim spa e il pagamento degli interessi passivi, su un finanziamento infragruppo, a favore della stessa Astrim spa”. Il bilancio in questione viene approvato il 10 giugno 2016, quando ormai Marchini è fuori dalla competizione elettorale, che si avvia al ballottaggio tra la Raggi e Giachetti. Ma è un bilancio che secondo l’accusa è stato chiuso “modificando quanto già approvato il 27 maggio 2016”, data in cui Marchini era in piena campagna elettorale.

La Procura di Roma ha perquisito la società Astrim della quale, l’ex candidato sindaco, è stato “presidente del cda”. È proprio attraverso la Astrim che – secondo i pm romani – Marchini controllava la Imvest in qualità di “amministratore di fatto”. Marchini con una nota nega qualsiasi addebito e si dice “certo che tutto sarà chiarito rapidamente”. “Nel decreto di perquisizione – si legge nel comunicato – si fa a riferimento a una ipotesi di false comunicazioni sociali relative a Imvest, società nella quale Marchini non ha mai ricoperto alcuna carica e della quale, da oltre due anni, non ha più il controllo”.

Negli atti viene menzionata anche la Methorios Capital spa che più volte, in questi anni, è stata collegata al suo nome. A chi appartenga la Methorios è in realtà impossibile dirlo, visto che i suoi proprietari sono schermati da una fiduciaria, la Finnat, che la controlla in parte. “Marchini – si legge ancora nella nota – precisa che Methorios Capital Spa non è in alcun modo riconducibile a lui. Non ha mai ricoperto cariche sociali né in Methorios Capital, né in Imvest”.

E nel decreto di perquisizione, anche per la Methorios, si ipotizzano false comunicazioni: la società è messa in collegamento con Imvest e Astrim. Ancora una volta per il bilancio 2015 e per “l’iscrizione di valori che non potevano essere contabilizzati all’attivo”, scrivono i pm, “quali la partecipazione detenuta dalla Methorios Capital spa nella Imvest e un credito nei confronti della Astrim”. Partecipazione e crediti con società riconducibili a Marchini erano utili, a Methorios, per contabilizzare in attivo poste che, in attivo, non potevano essere considerate. La stessa Methorios è accusata di aver “iscritto valori non veritieri attribuiti alle partecipazioni” in alcune società tra cui le estere Prodigy Capital Llc e Dynex Energy sa. Tra i 23 indagati, per concorso in false comunicazioni sociali, si contano i due ex ad della Methorios, Fabio Palumbo ed Ernesto Mocci, già coinvolti nell’inchiesta della procura di Arezzo per false fatturazioni destinate a Banca Etruria. Un altro filo porta invece a Vicenza dove, dal 2015, sul tavolo dei pm è arrivata la denuncia di Francesco Iorio, ad della Banca Popolare di Vicenza, che rivela dettagli su fondi e investimenti riconducibili a Marchini – qui non indagato – per l’emissione di “bond Imvest per 30 milioni”.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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