Inchiesta BPVi, a Borgo Berga si attrezzano per udienze in streaming
Mercoledi 30 Novembre 2016 alle 09:20 | 0 commenti
 
				
		
		Una sede centrale, probabilmente a Borgo Berga, e molteplici sale o  saloni distaccati esterni, collegati in via telematica con tecnologia e  attrezzature predisposti dal ministero della Giustizia. «Noi siamo  pronti: garantiremo a tutte le migliaia di persone, parti offese e  spettatori, interessate al procedimento sulla Banca Popolare di Vicenza  di esercitare il loro diritto ed essere presenti». Il presidente del  tribunale di Vicenza Alberto Rizzo spiega che, d’intesa il ministero,  agli aspetti logistici si sta già lavorando da cinque mesi. Dall’idea di  singoli spazi di grandi dimensioni – come potrebbe essere il teatro  Comunale, ma anche la fiera con cui prima dell’estate l’amministrazione  del tribunale aveva pure preso contatti e informazioni – ci si è via via  più orientati su una soluzione diffusa.
		
«È un tema che ho  iniziato ad affrontare con il ministro Andrea Orlando sin da giugno di  quest’anno – spiega Rizzo – il punto è che il processo che potrebbe  venire avanti vedrà sicuramente la partecipazione di moltissimi  interessati». Perlomeno nell’udienza preliminare, ma anche nelle prime  fasi del dibattimento. Inizialmente ci si era orientati sull’ipotesi di  uno spazio molto grande, disponibile per un tempo lungo. Ma proprio il  fattore cronologico – un procedimento di questo tipo potrebbe durare più  di un anno – ha spinto ad escludere via dell’Oreficeria: nei padiglioni  fieristici ad un certo punto le necessità della giustizia si sarebbero  scontrate con quelle delle esposizioni.  «L’idea quindi è più di  gestire queste esigenze attraverso il sistema della videoconferenza –  precisa Rizzo – quindi ci sarà uno spazio principale più altri dedicati,  collocati in sedi esterne, per gli spettatori o per altre parti del  processo». I luoghi non sono al momento definiti. Nell’eventualità,  comunque, ci sarà una copertura ministeriale per la predisposizione dei  collegamenti, come avvenne con Parmalat. Per le udienze a partecipazione  multipla sul caso Bpvi, sostanzialmente via «streaming», a breve  potrebbe arrivare in aiuto addirittura la stessa legge. Con un articolo  che, se pure non è fatto appositamente per questo caso, servirà a  definire anche future situazioni analoghe: «Il progetto di legge di  revisione del codice dovrebbe contenere una norma proprio per  disciplinare la dinamica processuale da remoto» conferma Rizzo. La  novità, a Vicenza, sarebbe assoluta in fatto di udienze penali. Anche  se in realtà già oggi a Borgo Berga l’utilizzo della videoconferenza per  attività legali non è un fatto inedito, anzi. Lo streaming viene  impiegato nell’esame per la nomina degli amministratori di sostegno di  anziani e non autosufficienti: il tribunale ha stretto protocolli con  più municipi vicentini, per agevolare le persone in difficoltà. Inoltre,  da qualche mese Rizzo ha fatto installare nella sala al secondo piano,  dove in genere si svolgono le camere di consiglio, schermi e telecamere:  c’è un sistema telematico protetto che permette ai giudici che sono  anche madri, e che devono accudire ai propri figli, di decidere le  sentenze in videoconferenza da casa. L’esperimento, che per ora si è  limitato a coniugare lavoro e famiglia, in futuro potrebbe essere esteso  in grande per dare giustizia alle migliaia di azionisti di Bpvi.
Di Andrea Alba, da Corriere del Veneto
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