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In Germania non c'è la Protezione civile. E neanche il garante della privacy

Di Rassegna Stampa Lunedi 20 Ottobre 2014 alle 21:22 | 0 commenti

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È come creare un ente contro il divieto di sosta. Ci pensano polizia e magistratura
Berlino, di Roberto Giardina da Italia Oggi
Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, guadagna 364.196 euro all'anno. Non so perché non abbiano fatto cifra tonda, mille euro al giorno, forse per pudore. Ignoro se li meriti oppure no, comunque è più di quanto guadagna il presidente degli Stati Uniti. Un paragone frustro che viene sempre tirato fuori.

Quanto guadagna il suo collega in Germania? Neanche un euro perché non esiste.

E non esiste neanche qualcuno responsabile per la privacy. Sarebbe come creare un ente per il rispetto del divieto di sosta. Se c'è una legge viene fatta rispettare da chi ha il dovere di sorvegliare, polizia, magistratura.
Presumo che Gabrielli non sia personalmente responsabile di quanto accaduto a Genova. Vittima, a sua volta, della burocrazia e di altri problemi che da noi sono insormontabili. In Germania, fiumi e torrenti straripano, a cominciare dal Reno, i terremoti sono rarissimi e non devastanti, ma non c'è un responsabile che se ne occupi dal Baltico alla Baviera. Quando accade un disastro, entra in azione il Krisenstab (nella foto una sua tipica riunione, ndr), come dire una squadra di pronto intervento. E sulla carta è già prevista. Tutti sanno in anticipo quel che devono fare e a che posto devono trovarsi. E anche il normale cittadino.
Se mi trovo in difficoltà, o mi accorgo che la mia strada, il mio quartiere possa trovarsi di fronte a un'emergenza, chiamo il 112, il numero dei vigili del fuoco. Sono loro la prima linea. Sui pompieri si basa la sicurezza nazionale, una antica tradizione. In provincia, nei piccoli centri, sono organizzati anche in forma volontaria. È un onore far parte dei Feuerwehr. La protezione civile, il Krisenstab, è strutturato in fasi concentriche: in paese o in città c'è sempre un responsabile per ogni evento, ordine pubblico, pioggia, frane, 24 ore su 24. Si interviene localmente, se le forze locali sono insufficienti si chiede aiuto al centro vicino, alla regione, al governo federale. Da ricordare che qui non esistono né province, né questori, né prefetti come era o è Franco Gabrielli. E non si perde tempo.
Quando abitavo ad Amburgo, una notte fui svegliato da quelle che mi parvero cannonate. Non era scoppiata la terza guerra mondiale, mi avvertivano in modo antiquato che stava per arrivare l'acqua alta. Nel 1962, per un concatenarsi di circostanze, ghiaccio, forti piogge, alta marea, l'Elba straripò causando 342 vittime. E si corse ai ripari.
Molto tempo dopo, abitavo a Bonn sulla riva del Reno. A fine inverno con lo sciogliersi delle nevi, di solito straripa. Ma è previsto. A Colonia sono pronte paratie mobili di una dozzina di metri.
Quando straripò l'Oder, il fiume di confine a Est, in Polonia ci furono diverse vittime, solo danni in Germania. I polacchi, che in qualcosa ci assomigliano, avevano costruito case e villette nelle zone a rischio. L'Oder come l'Elba, e per lunghi tratti il Reno o il Meno, non hanno argini. Si rispetta la natura, e si sta attenti. Se qualcosa non funziona, si individua il responsabile, non si accusa vagamente lo stato, il governo, il sindaco. Ogni inverno o autunno per il maltempo qualcuno perde la vita, annegato o colpito da un albero, neanche loro sono perfetti.
Ho scoperto che Berlino ha un clima tropicale, all'improvviso si scatenano venti fortissimi come un tornado, e temporali come a Cuba nella stagione delle piogge. La metropoli sorge su un terreno alluvionale, a tre metri di profondità si trova l'acqua, eppure a finire allagate sono solo alcune cantine. La Sprea non straripa, gli alberi sono potati come si deve, le foglie in autunno non intasano i tombini. Se ne vedessi uno sporco, chiamerei il 112. Nelle spese di condominio, pago la mia quota parte per spazzare la neve in inverno sul marciapiede innanzi alla porta di casa. Se qualcuno scivola e si fa male, la colpa nella prima fase sarebbe anche nostra, mia e dei miei vicini. Un paese civile non ha bisogno della protezione civile.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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