In Europa domandare è caro, da 600 a 1400 euro: Mara Bizzotto la più curiosa e costosa
Sabato 14 Aprile 2012 alle 21:39 | 0 commenti
Nicola Giangregorio, Comitato C.R.E.D.I.C.I. - Una volta i nostri vecchi dicevano che domandare non costava nulla, ma oggi non è più così, chiedere è diventato costoso, quindi bisogna abituarsi a farne poche e mirate. Sapete quanto costa alla comunità Europea rispondere alle interrogazioni degli europarlamentari? Stime non ufficiali indicano un costo che varia tra i € 600 e € 1.400, per traduzioni domanda/risposta in varie lingue, per gli aggiornamenti, sempre in plurilingue, dopo che la Commissione invia una risposta, e per le conseguenti pubblicazioni Web.
Ma saranno sempre utili ed inerenti alle tematiche dello stato che si rappresenta?
La grande maggioranza delle domande sono una completa perdita di tempo e denaro, afferma l'eurodeputato Andrew Duff, liberale nel Regno Unito, e che la Commissione Affari Costituzionali aveva intenzione di affrontare ciò che ha visto come un problema crescente.
Dan Jørgensen, un eurodeputato Socialista danese, ha detto che alcuni deputati fanno talmente tante interrogazioni in modo da far sembrare che stanno lavorando.
Marianne Thyssen, un belga di centro-destra MEP, ha detto: "Alcuni deputati pongono tutta una serie di domande basate sulle prime pagine dei quotidiani".
Ma come mai sollevare adesso questo problema?
La risposta è presto data: prima delle elezioni i deputati cercano di rendersi più visibili ed il numero delle domande cresce in maniera esponenziale. Difatti i deputati, a due anni dalle elezioni, hanno fatto, solo nel 2011 più di 12000 domande, che moltiplicate per la stima inferiore di € 600 ci dà come risultato un costo di 7,2 milioni di euro l'anno, mentre se la stima fosse di € 1400 allora il costo lieviterebbe a 16,8 milioni di euro.
Ma chi detiene il primato di interrogazioni scritte alla Commissione?
La deputata Mara Bizzotto, della Lega Nord, membro del gruppo EFD, che ha presentato 680 domande, secondo le statistiche compilate da VoteWatch.eu, che controlla i registri di voto dei deputati, per un costo che varia da 400.000 euro fino al milione di euro, attirando le ire di altri gruppi che l'hanno accusata di abuso di potere.
Ma tutte queste domande valgono i soldi spesi? Sono utili al popolo che rappresenta?
Le domande spaziano da nobili intenti, aiuti per le vittime delle inondazioni in Italia, al caso Redi Ht di Barbarano, Vicenza, e della "Ditec S.p.A." con sede a Quarto d'Altino fino al rifiuto da parte delle autorità finlandesi, di una richiesta di asilo presentata da una vittima delle persecuzioni anticristiane attualmente in corso in Pakistan (da che pulpito), passando per argomenti sulla lingua Mirandese o Scots, sulla carne halal servita all'insaputa degli studenti nelle mense di Oxford, sulla possibile apertura di un ufficio politico dei talebani ad Istanbul, o sulla Turchia che impedisce la celebrazione del Santo Natale nella parte settentrionale di Cipro e tante altre ed altre domande che hanno poco a che vedere con le preoccupanti situazioni socio-economiche Italiane, che restano in attesa di azioni e soluzioni molto più determinate ed incisive.
Ma l'apice lo si raggiunge con le due domande rivolte alla commissione Europea sul presunto piano del governo tedesco di ritorno al marco e stampa di moneta di nuovo conio, che hanno ricevuto la seguente lapidaria risposta: La Commissione non esprime commenti in merito a voci o dicerie, ed io aggiungo per la modica cifra di 600/1400 euro.
Lungi da me, mettere in discussione uno strumento di controllo democratico, ma l'utilizzo dissennato ed il conseguente costo, di cui, ancora oggi, nessuno riesce ad avere certezza, necessita di una fermo ed immediato intervento. L'attuale situazione, anche a fronte delle difficoltà economiche, non può essere tollerata oltremodo, sono schiaffi che il popolo ormai stremato, non riesce più a sopportare, ed è inutile parlare male dell'istituzione Europa quando non si fa nulla per renderla meno sprecona nei costi, nei modi e nella ormai ineludibile inadeguatezza.
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