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Domenica 16 Dicembre 2012 alle 10:40 | 0 commenti
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Dopo gli scontri al calor bianco sul cosiddetto caso Fontana il nuovo presidente della Cordellina Mario Zocche punta sul rinnovamento delle politiche assistenziali e cerca una sponda con le altre realtà del terzo settore «per fare rete»
Mario Zocche, classe 1938 e una lunga militanza nella Democrazia Cristiana, è giunto alla presidenza dell'opera Pia Cordellina il 27 agosto del 2012 dopo che per un anno sui media aveva tenuto banco il cosiddetto caso Fontana. Una vicenda che rimane ancora spinosa e sulla quale pendono questioni politiche e amministrative di non poco conto.
Dal canto suo però Zocche, che è giunto nel cda dell'ente assistenziale di via Durando su chiamata diretta del primo cittadino, il democratico Achille Variati, si dice «speranzoso» per il futuro. Anzitutto «per la giovane età dei nuovi membri del cda dell'Ipab da me presieduta». Nel board infatti figurano l'avvocato sandricense Erika Gaigher, classe 1973, esperta di tematiche legate al sociale. Con lei c'è un altro legale del foro di Vicenza. Si tratta di Ida Grimaldi, nata nel '67 a Bolzano, studi liceali nel capoluogo berico, laurea a Bologna, è esperta in diritto di famiglia. La sequenza dei nominati da palazzo Trissino si chiude con l'unico consigliere maschio oltre al presidente, Stefano Poggi, laureando in storia a Padova, già responsabile della sezione vicentina dei giovani democratici, è uno dei volti in ascesa nel Pd locale. Nel cda va poi menzionato il rappresentante della diocesi, ovvero don Giovanni Sandonà , 59 anni, originario del Padovano, è un volto noto in regione come direttore della Caritas di Vicenza.
Ad ogni modo il presidente del consiglio di amministrazione non nega le circostanze burrascose che hanno portato all'azzeramento del precedente cda presieduto dalla leghista Franca Mattiello, fatti approfonditi, tra le altre, in un lungo servizio pubblicato il 20 ottobre 2012 su VicenzaPiù a pagina 4. E spiega in questo senso però che «la dottoressa Mattiello ha informato il nuovo consiglio sull'intervento della Guardia di finanza nonché sui rapporti fra Cordellina e palazzo Trissino; in particolare sulla concessione del part-time da parte del comune al proprio dipendente Fontana e sul ritiro della sanzione amministrativa da parte delle Fiamme Gialle. Allo stesso direttore segretario Fontana - sottolinea Zocche - Mattiello ha espresso infine vivi sentimenti di gratitudine per il lavoro svolto durante il suo mandato con competenza, puntualità e grande dedizione all'ente».
Per quanto concerne poi il parere su Fontana da parte di Zocche, quest'ultimo fa presente che «la persona mi è stata descritta come competente e affidabile. Viene da noi due giorni alla settimana e svolge il suo lavoro con dedizione ed estremo scrupolo». Quanto poi alle linee programmatiche fatte proprie dal cda per il mandato in essere, queste saranno improntate «alla continuità con quanto è stato realizzato con intelligenza e dedizione dal precedente consiglio e rispetteranno rigorosamente le finalità statutarie dell'ente continuando e incentivando lo sforzo di individuare risposte sempre più aderenti alle esigenze, pressoché di giorno in giorno nuove, dei minori e delle loro famiglie in difficoltà ».
Tuttavia il nuovo presidente in queste settimane ha anche nuove incombenze: «Si sta cominciando a ragionare» sul bilancio di previsione per il 2013. «Con un budget annuo di 60.000 euro, a fronte di un patrimonio di circa 2,5 milioni, da assegnare per opere di bene, occorre ragionare su quella dovrà essere domani la nostra mission. Ha senso ancora dare piccoli sostegni, magari da 200 euro cadauno, o è necessario concentrare le forze su progetti più corposi, compatibilmente con la nostra taglia»?
È questa infatti una delle chiavi di volta attorno alla quale il numero uno dell'ente di via Durando sta scrivendo l'agenda delle sue priorità . Contestualmente deve tenere in considerazione il mandato ricevuto dal sindaco Variati il quale nel volgere di 6-7 anni vorrebbe accorpare sotto un unico ombrello tutte le realtà che si occupano di assistenza, specie nei confronti dei minori.
Una fattispecie che porta Zocche a dire che: «Il lavoro si presenta complesso e delicato soprattutto dal punto di vista normativo per la necessità , che è anche obbligo, di rispettare e salvaguardare le finalità statutariamente legate alle volontà dei cittadini benefattori che hanno creato le singole opere pie. Tuttavia non siamo ai primi passi. Infatti l'esigenza dell'accorpamento è largamente e favorevolmente condivisa anche dai consigli di amministrazione di altri enti, a partire dalla "Principe di Piemonte". È lo stesso primo cittadino che sta lavorando da qualche mese alla formulazione di una bozza che sembra ormai pronta».
Ad ogni buon conto Zocche fa anche una riflessione sulla crisi economica. Spiega che in un ipotetico raffronto con gli anni Settanta e Ottanta è cambiata la tipologia dei soggetti che chiedono aiuto anche in ragione dei mutamenti sociali che «hanno cambiato la pelle del Veneto come quella di altre regioni». Parla delle persone col mutuo in scadenza, delle ragazze madri che hanno perso il lavoro. E poi aggiunge che comunque «è molto soddisfatto della qualità di chi in questi ultimi anni si approccia al volontariato o più in genere al terzo settore giacché un tempo c'era tanto entusiasmo ma anche tanta improvvisazione. Oggi invece si ragiona in termini di progettualità e competenza. Due princìpi di cui occorre fare sempre tesoro anche da noi».
Di conseguenza emerge anche una constatazione, sempre sul piano generale, in termini di risorse e trasferimenti. «Pochi anni orsono il Csv, il centro che nel vicentino coordina i finanziamenti regionali per il volontariato poteva disporre di oltre un milione di euro. Oggi siamo scesi a quota 3-400mila. Ma non bisogna demoralizzarsi; bisogna fare rete con altre realtà simili o affini perché tale carenza si trasformi da momento di disagio a opportunità ». Ovviamente parlare di mecenatismo, di filantropia, di volontariato significa anche volgere uno sguardo a quei soggetti che un tempo, tra esponenti della grande nobiltà , capitani d'industria o esponenti della aristocrazia bancaria, costituivano l'ossatura della filantropia stessa. «È proprio con una progettualità seria e ben pensata che noi si può pensare di diventare attraenti verso soggetti che pur avendo un peso economico notevole dimostrano anche una sensibilità sociale che a mio giudizio nel Vicentino rimane viva».
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