In 300 alla fiaccolata per i rifugiati in piazza Castello. "Siamo la Vicenza che accoglie"
Venerdi 2 Ottobre 2015 alle 01:05 | 0 commenti
Erano circa 300 persone questa sera in piazza Castello dietro lo striscione "Welcome refugees", una fiaccolata indetta per ribadire il sì ad un'accoglienza degna dei rifugiati che stanno fuggendo da paesi in guerra dell'Africa e dell'Asia. "Noi siamo un'altra Vicenza, quella che decide di accogliere. Negare diritti ai rifugiati vuol dire negarli a noi, il diritto di muoversi, di cambiare paese, di scegliersi la propria casa e la propria terra" hanno scandito al microfono gli organizzatori.
La manifestazione aveva l'adesione di Sinistra Ecologia e Libertà , Possibile Vicenza, associazione Futuro a Sinistra, ma anche del Movimento 5 Stelle e di altre sigle della sinistra, del mondo ecologista e del mondo cattolico. "Siamo qui per combattere la violenza demagogica della destra, che sta cavalcando un problema che è più grande di tutti noi ed è di natura geopolitica", ha spiegato il segretario provinciale di Sel Niccolò Della Lucilla. "Sono contento di questa partecipazione ma in una città di ispirazione cattolica come Vicenza dovrebbe esserci molta più attenzione su questo tema" ha detto Daniele Ferrarin, consigliere comunale M5S. "Non dovrebbero esserci colori politici, ma vedo che c'è l'assenza di una parte della sinistra".
Tra i manifestanti anche esponenti della Chiesa vicentina. "L'accoglienza deve essere di tutti i cittadini, non sono dei volontari" ha detto don Mauro Mazzetti, parroco di Monticello Conte Otto. "È una cosa che viene dalla Costituzione, dalla legge, non dalla bontà di ognuno, che è comunque un fattore positivo. Anche in questo modo il cristiano esercita la sua carità ".
Diversi anche gli immigrati presenti, che hanno voluto esprimere la loro riconoscenza nei confronti degli organizzatori. Tra loro Lamin, 19enne originario del Gambia, in Italia da circa un anno e ospitato presso la Cooperativa Altre Strade. Lamin è arrivato in Sicilia su un barcone proveniente dalla Libia, con 105 persone a bordo, 20 delle quali sono morte durante il tragitto. "Sono felice che ci siano persone che ci sono vicine" ha detto Lamin, che martedì prossimo avrà il colloquio presso la commissione che deciderà sulla sua richiesta d'asilo. "Ma la cosa più importante è che riusciamo ad ottenere i documenti per poter lavorare ed essere utili a questo paese. Solo così potremo avere un lavoro e stare lontani dai guai".
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