Il Vicenza sbanda, ecco la ricetta di Breda
Lunedi 15 Ottobre 2012 alle 20:44 | 0 commenti
Gradito ospite del lunedì, il tecnico ci aiuta nella consueta pagina 'del giorno dopo' rilasciando un'intervista a mente fredda. Lontano dal clamore del derby, l'allenatore rivela la strada per non perdere più: l'umiltà delle origini    Â
Terni è ancora lontana per l'allenatore biancorosso: la sconfitta del derby conta più delle prossime contromisure per fermare gli umbri a casa loro, lanciatissimi dopo un avvio stentato.  Esattamente il contrario del Vicenza, deciso a mettere in difficoltà chiunque nelle prime giornate, quindi in ritardo con Brescia e Grosseto, infine stentato nelle ultime uscite a Bari e col Padova. Un' involuzione inattesa, a partire dallo stesso Breda che però parla al plurale, consapevole del  rapporto stretto tra lui e il gruppo, dal quale nel bene e nel male ottiene risposte per crescere ancora: sentiamo quali.
Mister Breda, cosa non ha visto sul campo domenica rispetto alla preparazione della settimana
«Credo sia stata l'unica partita dove abbiamo avuto poco equilibrio.  Anche in altre gare ci è capitato di avere difficoltà , ma la squadra era rimasta compatta, corta, presente. Invece ieri sia nel primo tempo che in qualche ripartenza nel corso della ripresa non abbiamo avuto la forza per esserlo».
Da cosa dipende?
«Può sembrare strano, ma nasce dall'idea stessa di fare bene. C'è desiderio di tutti di partecipare alla fase offensiva, però va esaudito con criterio: senza disunirsi e senza prestare il fianco alle ripartenze avversarie». Â
In effetti anche a Bari aveva notato incertezza ad aggredire gli spazi giusti, la squadra si allunga e la difesa ha pagato ancora. Come pensa di colmare il dialogo tra i reparti?
«Dobbiamo semplicemente fare ciò che facevamo prima, dare più attenzione a tutte e due le fasi, attaccare e difendere, contemporaneamente. Domenica è stata la smania di riscattare il derby col Verona a guidare la nostra testa, vincere a tutti i costi ci ha fatto perdere ancora. Invece nelle prime gare, a comandarci era il giusto timore degli avversari, l'umiltà degli ultimi. Non perchè siamo gli ultimi della classe, ma perchè abbiamo avuto il nostro percorso particolare, il ripescaggio, un ritiro e un mercato diversi. Bisogna tornare alla nostra origine e saremo di nuovo noi, più svegli, più sicuri, più uniti».Â
Nelle due ultime sconfitte Camisa e Pisano sono apparsi più impacciati, pensa che al di là della crescita del gruppo abbiano bisogno di una sosta o di un allenamento mirato?
«No, la prestazione dei singoli rispecchia il lavoro collettivo, se non chiudi bene a centrocampo metti in difficoltà la difesa e viceversa».Â
Anche Malonga è in fase involutiva, anche ieri il francese è apparso meno brillante in certe occasioni Â
«All'inizio ha giocato sulle ali dell'entusiasmo , adesso sta pagando un ritiro meno completo, non conosco i dettagli ma so che a Cesena era poco considerato. Anche nei suoi confronti è necessario rapportarsi ai fatti, le sconfitte bruciano, le aspettative ci sono ma non lavoriamo sull'emotività ».
Parola che pesa nei sedici metri finali, ci sembra che in attacco manchi la pazienza, quella capacità di costruire e soffrire anche se la palla non entra
«Sì soprattutto quando c'è ansia da risultato, perchè passa il tempo, perchè magari sei sotto di un gol, perchè il tuo gol viene annullato. Quindi dovremo evitare il più possibile di trovarci a rincorrere gli avversari».
Oggi si è allenato chi non è sceso in campo ieri. Padalino a Terni ci sarà ?
«Credo di no. Ma vedremo nei prossimi giorni »Â
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