Il vicesindaco Bulgarini e il medioevo: usiamo bene i termini e non "alla carlona"!
Venerdi 20 Gennaio 2017 alle 09:50 | 0 commenti
Per fortuna che non è "assessore alla cultura", ci sarebbe da ridire e molto sulla mancanza di stile dell'Assessore Vicesindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini d'Elci. Sappiamo che ha frequentato la "piccola Atene" di Vicenza, quel Liceo classico che ha avuto Santi e poeti come direttori e ha plasmato la classe dirigente della città berica, sappiamo che è stato studente della Facoltà di Filosofia della prestigiosa Università di Padova, sappiamo che si è dilettato di pubblicare qualche articolo che lasciava intravvedere almeno qualche capacità critica, sappiamo che la "ploitica" con i suoi annessi e connessi è la sua vera attività lavorativa dal 2008, sappiamo che è stato "prodotto" come vicesindaco di Vicenza ma non ha partecipato alle elezioni democratiche, ma imposto da chi, Achille Variati, fin dai suoi primi vagiti ha fatto della politica il suo mestiere e reddito e ha cavalcato l'onda del "No Dal Molin" come chiave per la sua elezione.
Purtroppo sappiamo che è ancora "vittima" di stereotipi e di i giudizi affrettati, non degni nemmeno di uno studente della Scuola media. Utilizzare, come ha fatto recentemente il termine "medioevale" per polemiche sul tema del "gender" e sostenendo quindi che ciò che è medioevale è arretrato e non contemporaneo, denuncia una scarsa cultura: storica, letteraria, filosofica, teologica, artistica, religiosa, civile ecc. Certamente egli si atteggia "alla Voltaire" e al libertinismo, magari quello del primo libertino e radicale libertino, quel poeta e drammaturgo inglese John Wilmot /(1647 -1680), ma forse di più a quello più provinciale di Casanova.
Purtroppo per il vicesindaco di Vicenza, egli non è ancora un Voltaire e nemmeno un Savinien Cyrano de Bergerac (1619 -1655) e certo non è un de Sade, quindi dovrebbe essere più "uomo di stile" nel ricoprire bene la carica istituzionale che occupa, basti pensare alle sfuriate contro Roma e l'uso del turpiloquio che, forse, contrastano con l'articolo 54 della Costituzione della Repubblica Italiana e certo non gli possono far buona campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative a cui già è stato candidato dal Sindaco Variati per poter continuare a comandare per mano del suo vicesindaco.
Ma torniamo all'uso del termine "medioevale".
E' di moda a Vicenza usarlo in modo negativo, lo ha fatto di recente anche il signor Giuseppe Zigliotto , un altro del gruppo dell'intellighenzia variatiana, che indicava nel superamento della "mentalità medioevale" la vera contemporaneità . Certo il mondo va avanti, ma non è detto che ciò che è nuovo per il fatto di essere nuovo è meglio dell'antico; questa mentalità provinciale e poco colta è anche irriguardosa della storia riferendosi ad un'epoca, durata ben mille anni (dal 476 al 1492 ma secondo colui che coniò nel XVII secolo il termine " Medioevo", C. Cellarius dal 320 al 1453). Ritenere che ciò che è medioevale è addirittura poco intelligente finisce per denigrare la cultura ossia Scoto Eurigena, Buridano, Abelardo ed Eloisa, san Tommaso, Giotto, Wiligelmo, Brunetto Latini, Dante, Petrarca, Boccaccio, Ockam, Brunelleschi, Donatello, Ildegarda di Bingen, Santa Chiara, Cecco Angiolieri, Giustiniano, Carlo Magno, Beda il Venerabile, Matilde di Canossa, Irnerio, Federico II, i vicentini Ognibene Leoniceno, Oliviero da Arzignano, Antonio Loschi ecc. ecc.
E, anche se non tra i più grandi, tal Bartolomeo Bulgarini, un artista omonimo e conterraneo, è senese, del nostro toscano Jacopo e vissuto tra il 1315 e il 1378, in pieno medioevo, quindi, e che ora vede due sue opere esposte addirittura alla Galleria degli Uffizi: ovvio, a questo punto, omaggiare ai lettori un nostro artigianale, medioevale?, puzzle con una delle due opere tra i nostri due più moderni "capi".
Ritengo, quindi, opportuno suggerire, da vecioprofessore, al vicesindaco di ripassare la storia, la logica, la storia della della filosofia, della letteratura, dell'arte, della medicina ecc. del periodo medioevale e magari quello Jacopo Zanella che forgiò perfino un Primo Ministro del Regno d'Italia, oltre che Sindaci di Vicenza, Assessori, ecc.
«"L'uomo è uomo in quanto parla" sosteneva Wilhelm von Humboldt, ma un uomo che è suo vicino, lo interpreta. Questo il destino delle umane genti, parlare e interpretare, anche quando il parlare fosse scritto» (M. Heidegger).
Quindi prima di parlare bisogna essere ben attenti e almeno essere certi che non sia "a vanvera!"
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