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''Il Vescovo Principe e il prete ribelle'' con prefazione di Gian Antonio Stella, Fedeli Messa in latino: la certezza è che Gesù è il Re

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 16 Novembre 2016 alle 11:58 | 0 commenti

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Fedeli richiedenti la Messa in latino a Vicenza e in Val d'alpone dal 2008 al 2015

Sul Corriere della Sera dell'11 novembre 2016 è stata riportata integralmente l'intoduzione del noto giornalista Gian Antonio Stella al libro di don Luigi Maistrello ''Il Vescovo Principe e il prete ribelle'' presentato recentemente e Vicenza in collaborazione con la Diocesi berica (clicca qui). In questa pubblicazione è narrata la storia di don Bruno Scremin, un sacerdote vicentino che ad un certo momento degli anni sessanta del secolo scorso, per diverse ragioni, si ribellò al Vescovo di allora monsignor Carlo Zinato arrivando a togliersi la veste e infine a sposarsi.

Ritornò dopo diversi lustri ad indossare i paramenti sacri chiamato da mosignor Nonis. Partecipò anche all'esperienza dei preti-operai, la quale è risultata fallimentare. Si era dato con trasporto all'impegno politico, militando nelle compagini di sinistra. Aveva, in definitiva, concretizzato l'idea di essere prete e lavoratore in un modo diverso, del tutto nuovo e personale. Come giustamente sottolinea Stella tutto ciò era frutto della temperie culturale che si respirava negli anni che precedettero e seguirono il Concilio Vaticano II : al suo termine molti religiosi decisero di tornare nel secolo, la vocazioni crollarono verticalmente e si svilupparono diverse correnti teologiche, quasi a dare l'impressione che dopo l'8 dicembre 1965 fosse nata una nuova religione avulsa dal cattolicesimo nei suoi duemila anni di storia. Verosimilmente è il motivo per cui certe località, come ad esempio Bassano del Grappa, non elargiscono piu’ numericamente vocazioni come un tempo.

Nel testo in esame lo Stella rimarca anche il fatto che monsignor Zinato era ossessionato dalla lotta al Comunismo. Zinato, invece, ha compiuto solo il suo dovere. Un decreto della Congregazione del Sant'Uffizio pubblicato il 1º luglio 1949 Il decreto dichiarava illecita l'iscrizione al Partito Comunista, nonché ogni forma di appoggio ad esso. La Congregazione dichiarava inoltre che coloro che professavano la dottrina comunista incorrevano nella scomunica. L'interesse principale della Chiesa, come dovrebbe essere in ogni tempo, consiste(va) nella salvezza della anime. Per questo scopo esiste, per questo fine Nostro Signore Gesu' Cristo l'ha fondata. Il Vescovo doveva giustamente preservare il gregge che gli era stato affidato dal morbo del materialismo storico e dell'indifferentismo religioso di cui il marxismo si è sempre fatto portavoce. Inoltre dalle prime leggi di separazione dello Stato nella Chiesa dei primi del novecento la società si mostrava sempre piu' laicizzata e dopo le elezioni del 1948 la situazione in Italia era peggiorata. La Chiesa, nella sua infinita sapienza, si è prodigata perché Gesu' Cristo fosse onorato nella società. Egli, per chi è veramente cattolico, dovrebbe essere tenuto in considerazione anche nella sfera pubblica e non solo in separata sede,vale a dire in privato. Sua Eccellenza Mons. Zinato ha cercato solo di percorrere questa via che ogni servitore di Dio dovrebbe intraprendere. Nulla di strano o singolare è avvenuto. Se gli imputa il fatto di aver ecceduto nella pompa non lo faceva certo per una sorta di autucelebrazione personale ma per rendere gloria a Dio. Non si contano nella storia alti prelati e santi Pontefici tanto ricchi ricchi nelle sacre cerimonie quanto poveri e dediti a una vita di penitenza e sacrificio nel privato.

Per quanto concerne il Beato Lorenzino da Marostica la ristampa del libretto scritto su di lui nel 1885 da don Giovanni Ronconi non contiene messaggi sotterranei. Nel 1870 Pio IX aveva concesso l’ufficiatura propria del Beato, fissando al 15 aprile la sua festa liturgica e la festa esterna a Marostica la seconda domenica dopo Pasqua. E' sbagliato promuovere il culto liturgico di un santo tanto piu' se appartiene alla propria terra? Certamente no. Si poteva agire allo stesso modo con altre figure cristiane che veneriamo abitualmente su nostri altari. L’articolo implicitamente cita il nazionalsocialismo: Pio XI lo aveva già condannato con l’enciclica Mit brennender Sorge del 1937. Pare comunque che la parrocchiale di Marostica abbia abolito progressivamente negli ultimi decenni il culto al Suo Beato nonostante i fedeli continuino a mostrare la loro devozione accendendo candele sulla tomba e portando ex voto. Forse è un logica logica conseguenza dello spirito conciliare che ha iniziato a soffiare da cinquant'anni a questa parte.

A Vicenza, inoltre, potrebbe esistere una mentalità da ''Piccolo Mondo Antico'' o da ''Il Santo'': sono entrambi romanzi del famoso scrittore vicentino Antonio Fogazzaro; ricordiamo , in primis, che Fogazzaro faceva parte con don Ernesto Bonaiuti del circolo del ‘’modernismo’’ , un'eresia condannata dal veneto Papa Sarto nel 1907 con l'enciclica Pascendi Dominici Gregis. In secundis aggiungiamo che chi ha ancora questo atteggiamento mentale non l'ha desunto dal Vangelo ma è semplicemente vittima di degenerazione personale dovuta al peccato orginale. Ecclesia docet.

Oggigiorno abbiamo sacerdoti che non sono riconoscibili né nel vestito né nella dottrina, teologi che giustificano anche l'amore tra persone dello stesso sesso con annessi e connessi, Ordinari che non rispettano le direttive papali riguardanti i diritti spirituali dei fedeli e molto altro. Ognuno agisce a modo suo trascurando il magistero e i dettami della Sede Apostolica. Abbiamo fatto conquiste in molti campi, migliorato e reso piu' confortevole la nostra vita. Niente di male. Ma l'Eternità, che è la meta da raggiungere, l'abbiamo quasi dimenticata, assieme ai precetti di Dio che non cambiano nel tempo. Sono immutabili. A prescindere dal ‘’Vescovo Principe e il prete ribelle’’ c’è solo una certezza: solo Gesu’ Cristo è il RE. W Cristo Re!

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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