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Il Tfr da prelevare, un passo avanti verso l'equità sociale?

Di Pietro Cotròn Domenica 12 Ottobre 2014 alle 16:50 | 0 commenti

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Si fa un gran parlare del potenziale uso dei soldi del Tfr (trattamento fino rapporto) anche prima che sia finito il proprio rapporto di lavoro: cioè che dei propri soldi, il lavoratore, possa disporne quando ritiene più opportuno. Ognuno "tira la barca al proprio mulino", soprattutto quelli che godono delle posizioni di rendita, anche se questo, per molte aziende, significa usare questi soldi del Tfr che dovrebbero mettere da parte come garanzia per farsi prestare soldi per andare avanti.

Una garanzia un po' fumosa, ma nella disperazione diffusa che il nostro Paese sta attraversando per liquidità e credito, non si guarda in faccia a nessuno.

Noi crediamo che questa potrebbe essere una buona occasione per liberarci di uno dei tanti paradossi della nostra economia, nello specifico in materia di libertà del lavoratore di disporre dei propri soldi quando lo ritiene opportuno e non di doverli di fatto prestare al proprio datore di lavoro. Vediamo come si evolveranno le intenzioni dei nostri legislatori.
Se passa questa logica a nostro avviso si rompe un muro e quella diga piena di soldi presi legalmente dall'Inps ai lavoratori dovrebbe dissolversi nel nulla. Stiamo parlando dei contributi silenti. Buona parte dei contributi previdenziali dovuti alla Gestione separata dell'Inps dai parasubordinati, dai precari o da coloro che esercitano professioni non regolate da ordini professionali, vengono versati a fondo perduto: se non si raggiunge il minimo richiesto dalla legge per maturare la pensione, quei contributi rimangono nelle casse dell'Inps e non danno diritto ad averne una propria.
Si tratterebbe, quindi, di una rivoluzione, in cui ci sono, per carità altri aspetti che vanno approfonditi, in primis la sopravvivenza delle aziende, quelle buone, a cui le banche non danno, invece, credito per dispensarlo ai potentati locali e nazionali e che non andrebbero private di liquidità. Ma va da sè che consentire di far recuperare prima della fine del rapporto di lavoro il Tfr a chi lo maturerà e a chi lo versa soltanto sarebbe anche un passo avanti verso l'equità sociale.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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