Il Sunia risponde all'assessore Giuliari
Lunedi 15 Marzo 2010 alle 13:27 | 0 commenti
SUNIA
SINDACATO UNITARIO NAZIONALE INQUILINI E ASSEGNATARI
FEDERAZIONE TERRITORIALE DI VICENZA
CARO ASSESSORE GIULIARI, DIETRO LE CIFRE CI SONO VOLTI E PERSONE
Rispondiamo ai rilievi dell'assessore Giuliari secondo il quale un assegnatario su tre rifiuta la casa pubblica.
Il messaggio dell'assessore è fin troppo chiaro.
Siamo al governo della città da poco meno di due anni ed abbiamo quasi risolto la questione casa e la avremmo risolta ancor di più se non ci fossero dei "bisognosi" che rifiutano. Ma che vogliono? A conto che diamo loro la casa si permettono anche di rifiutarla?
Vien quasi da dire con Pietrangeli "Che roba contessa...."
I benestanti possono scegliere la casa che preferiscono, vedere se il contesto esterno sia accettabile; se non é gradito passano ad altro.
Gli assegnatari di edilizia pubblica no.
Essi sono poveri o malestanti e quindi devono accontentarsi di quello che passa il convento in attesa, dice l'assessore, di un futuro migliore..... con previsioni che mettono in dubbio il recupero dei livelli occupazionali del 2007 anche fra anni e che collocano una ripresa vera, non si sa fino a che punto tale, fra 7/8 anni?
Forse i vicentini non sanno bene come avviene la scelta della abitazione E.R.P.. La graduatoria di chi richiede un alloggio pubblico viene ripartita in scaglioni determinati secondo il numero dei componenti la famiglia perché ci sono appartamenti di varia superficie. Però l'alloggio, il quartiere, le aree circostanti, la collocazione di servizi pubblici, dei negozi ecc non vengono fatti vedere prima della attribuzione del singolo alloggio. Tutto viene fatto sulla carta, a voce, presentando una planimetria della casa, incomprensibile ai più anche dopo le spiegazioni dei tecnici aziendali. Sfidiamo chiunque ad immaginare, attraverso un disegno tecnico, la materialità di una casa ed il quartiere nel quale è collocata. A parte gli speculatori, non ci risulta ci siano altri che scelgono una abitazione in questo modo. E' ovvio che una parte, raggiunto l'alloggio che hanno deciso sulla carta, si possano trovare delle sgradevoli sorprese! Come alloggio, come quartiere, come dotazione di servizi e di negozi, come distanza dalla città . Qualcuno rifiuta senza motivo, anche noi conosciamo dei casi, ma si tratta di episodi isolati.
Dovrebbero forse dire, com'era sotto le armi, "ottima ed abbondante per la truppa" anche se non era vero? Altrimenti il volto del politico si fa serio e sentenzia "è un atteggiamento che non comprendiamo". Ma una volta che l'assegnatario abbia deciso, a tavolino, gli é pressoché impossibile cambiare: salvo la permuta fra inquilini entrambi consenzienti.
Più indissolubile del matrimonio.
In questo modo una parte rilevante di coloro, a favore dei quali esiste l'edilizia pubblica, viene bistrattata senza cognizione di causa.
I casi sono innumerevoli. C'é l'invalida che si muove con il carrello - abitante in città - alla quale è stato attribuito un alloggio a Campedello oppure, su sua richiesta e per gentile concessione all'infermità , un terzo piano al Villaggio del Sole, sia pur con ascensore: in entrambi casi risulta tagliata fuori perché ha bisogno di un alloggio a piano terra. Anche costei é tra coloro che non hanno accettato. Oppure la madre sola con figlio che si vede designata una abitazione di 46 mq. (la norma consente deroghe rispetto i 60 mq. dovuti per due persone): camera da letto, piccola sala con spazio cottura, servizio. Come farà quel bambino a ricevere i suoi amici, ad organizzare con loro la sua festa di compleanno? Già , dimenticavamo, si tratta di famiglie economicamente sfavorite e quindi....devono accontentarsi, sono persone di serie "B"!
Ci sono anche i due coniugi, fra 60 e 70 anni, cui é stata proposta -sempre sulla carta- una casa
FEDERAZIONE TERRITORIALE DI VICENZA
SUNIA
SINDACATO UNITARIO NAZIONALE INQUILINI E ASSEGNATARI
insufficiente a ricevere due figli con coniugi e nipoti, La prosecuzione della vita famigliare allargata non é consentita agli inquilini di edilizia pubblica?
Quanto allo stato degli edifici abbiamo anche qui una casistica poco commendevole: Numerose sono le richieste di intervento perchè piove dentro, gli infissi non tengono, la superficie radiante é indufficiente, ecc., ecc., ecc.
Se usciamo dal comune di Vicenza le carenze non mancano. A Lugo sono stati consegnati alloggi
di edilizia pubblica non ancora finiti, a Bassano vi sono immobili di nuovo conio senza allacciamento alla rete del gas o senza contatore dell'acqua, il cui costo viene imposto illegalmente agli assegnatari. A Thiene non é stato possibile consegnare gli alloggi a due famiglie di cinque presone (genitori e tre figli), una italiana ed una straniera, perché in questo comune non erano stati previsti alloggi da almeno 95 mq.
E qui si pone la seconda causa dei rifiuti: la carente tipologia di costruzione con alloggi troppo piccoli rispetto la composizione famigliare, specie degli stranieri che i figli li fanno. La legge regionale pone delle superfici minime, derogabili, degli alloggi in ragione degli occupanti ma non dei limiti massimi. Perciò é possibile realizzare alloggi più grandi
Se ciò non avviene non é un caso. Si costruiscono appartamenti piccoli, troppo piccoli anche eprché, parità di cubatura complessiva, fabbricando alloggi piccoli il loro numero aumenta e qualcuno può attribuirsi una medaglia per il numero degli appartamenti realizzati. Ma per chi?
Già , spesso non si considera che anche i poveri ed i meno danarosi hanno gusti, abitudini, preferenze che non possono venire negati, Essere poveri, avere pochi denari non é una colpa e rifiutiamo una sorta di calvinismo i amministrativo che si comporta come se fosse vero il contrario.
Essere economicamente poveri o poco abbienti é una condizione di vittima del sistema economico e del mercato, specie in questi tempi di accentuazione delle disparità , delle ingiustizie e del "disordine costituito".
Politici e funzionari pubblici devono convincersi che l'edilizia pubblica non é un dono del principe ma una parziale rifusione delle sottrazioni, non solo economiche, imposte a costoro dai meccanismi infernali del cosiddetto libero mercato che impera selvaggiamente anche dalle nostre parti.
Decidano la tipologia dei fabbricati dopo aver conosciuto i dati demografici del comune e li attribuiscano con una relazione umana ed umanizzata, cercando di andare incontro alle esigenze di tutti e tralasciando l'attuale procedura che tratta gli assegnatari di edilizia pubblica come se fossero dei numeri.
Vicenza 12/3/2010
Fulvio Rebesani
segretario provinciale
SUNIA Vicenza
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