Il suicidio di Berlusconi uccide il Pdl
Domenica 9 Dicembre 2012 alle 16:38 | 1 commenti
Il ritorno di Silvio Berlusconi dopo mille addii e mille più uno squallidi ripensamenti dà la certezza che ormai il settantaseienne padrone del Pdl è in preda solo ai suoi più bassi interessi personali: la difesa in parlamento dai processi che lo hanno visto venirne fuori finora solo perchè ad ogni reato è corrisposta una via d'uscita artefatta e il tentativo di salvare le sue fortune aziendali costruite fin dall'inizio sui favori craxiani e sull'insulto alle leggi sulle frequenze tv, prima non scritte per farlo trasmettere in libertà , poi riscritte, anche durante le varie ere del centrosinistra al governo, per agevolare i suoi canali, fonte di soldi e di consensi elettorali.
Ma ora B. torna in spregio ad ogni bene pubblico agitando come programma elettorale un pericolosissimo populismo, dicono i commentatori, per conquistare le folle affamate dalle sue follie al governo e dalle complicità che la sinistra gli ha gentilmente offerto non contrastandolo mai per le sue ancora più folli divisioni.
I commentatori, però, forse non hanno capito una cosa che ci permettiamo modestamente di sottolineare.
Berlusconi stavolta pensa di utilizzare per conquistare un lotto di seggi che condizionino il futuro governo chi ancora crede o vuol credere alla sue favole di meno tasse e zero Imu. Una parte di italiani gli crederà ancora, i suoi lacchè politici per mantenere i loro privilegi, che senza i suoi soldi e le sue tv mai riconquisterebbero, qualche milioni di elettori perchè vorrebbero essere quello che lui è ...
Ma B. ha sbagliato i conti questa volta.
I poteri forti lo hanno tollerato al governo finchè li serviva (nel senso che lo avevano come servo in cambio del mantenimento dei suoi privilegi, materiali e immaterialmente immorali) e poi lo hanno costretto a lasciare a Mario Monti il suo bastone del comando, quando ha perso la faccia dietro le minigonne e la corruzione di cui si è circondato oltre ogni misura.
Ma ora lui, tornando in campo, ha sgambettato banche, chiesa e "chiese" varie, chiare e occulte, sfiduciando il "loro" vero e presentabile alfiere, Mario Monti.
Non glielo perdoneranno e lui soccomberà alle dimissioni impreviste di Monti e al riavvicinamento di Casini a Bersani (molto significativo come messaggio diretto dei suoi referenti, tra cui la chiesa) che potranno costruire una maggioranza per la quale la sua presenza in parlamento sarà ininfluente con quello che ne conseguirà per il disfacimento del suo impero, già punito dalla borsa, con la caduta delle quotazioni delle azioni Mediaset dopo il suo annuncio, e, facile immaginarlo, per la sua "libertà " personale.
Lui ora pagherà , pagherà tutto, per la legge del contrappasso come urlava il vecchio slogan comunista fatto proprio dai suoi simili. In tutto, meno che nella sua totale "indegnità ".
E i suoi sostenitori, se questo quadro si avvererà , cosa faranno? Se lo chiedano adesso. Finchè sono in tempo.
Mentre noi, tutti gli altri non responsabili delle loro incapacità e, peggio, della loro volontà di arroccarsi solo a difesa dei loro interessi, perderemo 200 punti di spread, altri miliardi di euro e una buona parte delle speranze residue di "salvezza" che ci eravamo guadagnate con tasse e perdite ulteriori di diritti.
Il tutto fortemente iniquo e ora grazie al re pazzo anche totalmente inutile.Â
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.