Il Sen. Stradiotto (PD) su federalismo demaniale
Mercoledi 5 Maggio 2010 alle 15:24 | 0 commenti
Partito Democratico Veneto - "Il federalismo demaniale? Senza alcune modifiche al decreto il rischio concreto è che gli effetti contraddicano l'obiettivo stesso della riforma, cioè una più equa distribuzione delle risorse".
Marco Stradiotto, senatore del Partito Democratico, componente della bicamerale sul federalismo, commenta i dati diffusi dalla Corte dei conti sul numero e il valore delle concessioni gestite dall'Agenzia del Demanio e sulla distribuzione dei beni demaniali nelle diverse regioni. E indica tre fronti su cui correggere la proposta del Governo.
"Occorre maggiore chiarezza - afferma Stradiotto - in particolare su tre aspetti. Il primo è il meccanismo di devoluzione. Va chiarito se il passaggio di proprietà dal demanio all'ente territoriale avrà un costo per l'ente o sarà invece senza oneri, come previsto dal decreto. In questo caso infatti, si creerebbe un privilegio scorretto. Perché la realizzazione e il mantenimento dei beni demaniali sono stati possibili grazie alle tasse dei cittadini di tutti i Comuni. Mentre il beneficio di mettere a frutto i beni demaniali resterebbe un'opportunità limitata a quei Comuni che hanno la fortuna di ospitare sul proprio territorio questi beni".
"Il secondo aspetto da chiarire - spiega il senatore del Partito Democratico - riguarda invece quelle componenti del demanio più sensibili sotto il profilo ambientale e storico. Occorre stabilire nel decreto che i beni del demanio marittimo e idrico, anche dopo la devoluzione agli enti locali, debbano restare "patrimonio indisponibile", cioè non alienabile".
"Il terzo nodo da chiarire - conclude Stradiotto - sono le conseguenze del trasferimento agli enti locali di beni del demanio su cui sono attive concessioni. Il testo del decreto prevede un meccanismo potenzialmente perverso. Gli enti che acquisiranno i beni demaniali, subiranno una riduzione nei trasferimenti statali pari al valore delle concessioni riscosse. Il paradosso è che in questo modo ad essere penalizzate sarebbero proprio le regioni, come il Veneto o l'Emilia Romagna, più virtuose nella valorizzazione dei beni demaniali e quelle con i livelli più bassi di evasione dei canoni e concessioni. Mentre le regioni meno efficienti nella valorizzazione delle concessioni, potranno contare su più ampi margini di incremento di questi incassi per il futuro, oltre che su una riduzione dei trasferimenti statali di fatto più modesta".
"Questo esempio pratico - osserva Stradiotto - dimostra una cosa: affrontando la riforma del federalismo come uno spezzatino, non verrà mai definito un corretto meccanismo di compensazione. Il rischio è che le disuguaglianze restino e le regioni più efficienti siano penalizzate".
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