Il ruolo dei sindacati: strane somiglianze
Lunedi 19 Marzo 2012 alle 23:43 | 0 commenti
Riceviamo da Italo Francesco Baldo e pubblichiamo
Il mondo del lavoro è in subbuglio, le nuove prospettive di organizzazione del lavoro sono allo studio del Governo presieduto da Mario Monti e da tre sindacati, più la Confindustria che è pure il sindacato dei "paroni", che trattano ufficialmente, quasi fossero gli unici riconosciuti. E lo sono per davvero, dato che mai si sente Parlare delle altre sigle sindacali, come lo Snals, che pure non è poca cosa nel mondo della scuola e così via per tanti altri, che non sono sempre graditi alle maggiori sigle.
In effetti, come stabilisce l'art. 39 della Costituzione della repubblica Italiana: "L'organizzazione sindacale è libera". I sindacati non hanno altro obbligo che la registrazione secondo la legge e così hanno personalità giuridica, strutturati al loro interno democraticamente ossia con elezioni libere per eleggere i rappresentanti. E così "possono, rappresentati unitariamente in proporzione ai loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatorio per tutti gli appartenente alle categorie alle quali il contratto si riferisce. "Di fatto, come ben sappiamo i governi hanno quasi sempre trattato con le maggiori tre sigle hanno in questo modo esteso gli accordi a tutti gli altri lavoratori, iscritti ad altre sigle. Credo che questo sia un principio che venga considerato valido. Eppure la prima volta che questo fu detto risale al 1927, a quella Carta del lavoro, elaborata da Bottai che all'articolo III recita: "L'organizzazione sindacale o professionale è libera. Ma solo il sindacato legalmente riconosciuto e sottoposto al controllo dello Stato ha diritto di rappresentare legalmente tutta la categorie di datori di lavoro o di lavoratori per cui è costituito; di tutelarne di fronte allo Stato o alle altre associazioni professionali, gli interessi; di stipulare contratti collettivi di lavoro obbligatori per tutti gli appartenenti alla categoria, di imporre loro contributi e di esercitare rispetto ad essi funzioni delegate di interessi pubblici."
Non sfuggirò a nessuno, a parte il richiamo alla struttura democratica, le precise analogie. Infatti il sindacato il Italia è quello che il governo riconosce per trattare e senza di loro nulla può essere compiuto. Ciò è stato pure rafforzato durante con Azeglio Ciampi nel 1993 con gli obbligatorie tavoli di concertazione. Appare assai improbabile che il Governo Monti possa procedere senza il consenso dei sindacati.
In fondo ancora una volta l'Italia ripete in qualche modo quanto stabilito dalla Carta del Lavoro. Certo quella aveva un governo "fascista" di riferimento, i nostri attuali governanti invece non sono stati eletti, ma di fatto imposti da accordi al di sopra dei cittadini. La situazione nel 1927 non era florida, si preparavano le tempeste della crisi del 1929 e a sistemare i problemi del lavoro sia per i lavoratori che per gli imprenditori, ci pensò con un po' di anticipo il governo, oggi invece il governo corre solo ai ripari.
Forse dovrebbe essere il parlamento a dettare nuove leggi per il lavoro e non gli accordi tra pochi e vincolanti per tutti, ma si sa la democrazia ha prezzi che, si dice, non possiamo permetterci. Sarà anche vero, ma che bello sarebbe se un Parlamento e un governo espressione dei cittadini e non dei giochi e giochetti a fin di bene, sempre si dice, di pochi governassero il nostro Stato, che di una cosa sola ha bisogno una vera democrazia, che purtroppo per troppi anni decenni non è stata la vera preoccupazione soprattutto di qualche passatista nostalgico e di molti ed importanti partiti che preferivano guardare anche da Napoli oltrecortina.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.