Il ritorno di Noaro
Sabato 7 Novembre 2009 alle 15:00 | 0 commenti
Articolo pubblicato su VicenzaPiù n.170, da oggi in edicola a 1 euro con, tra le altre, le rubriche VicenzaPiù Fiabe, ViPiù Economia e Mercati e ViPiù Tecnologia
Il popolare telecronista ha aperto un bar dove si respira calcio in ogni centimetro quadrato.
Schiettezza e sincerità sono quelle di sempre: "Ho votato Variati, ma adesso lo vedo confuso. Vicenza? E' un paesotto"
Due grandi palloni da calcio gonfiabili dondolano appesi sopra al bancone dove si servono caffè, spritz e tramezzini. Siamo a Ponte degli Angeli; si respira calcio in ogni centimetro quadrato tra i tavolini e le sedie di questo bar, ma non come in qualsiasi altro locale della città . Qui il padrone di casa è uno dei simboli dello sport nostrano, voce e volto televisivo noto a tutti all'ombra dei Colli Berici. "Fatti, personaggi e vita vicentina", sta scritto sotto il nome della nostra testata. A chi più di Fabio Noaro può spettare di diritto il titolo di personaggio vicentino? Intemperanze verbali, schiettezza tutta "pan e sopressa" e un fiume di parole che ti travolge. E così basta fare quattro chiacchiere con il nostro seduti di fronte ad un bicchiere di vino (lui beve rigorosamente aranciata) per registrare sulla carta perle di Noaro-pensiero a 360 gradi. Ce n'è per tutti, ovviamente.
Tradito dalla tv
Innanzitutto tranquillizziamo gli aficionados: Fabio c'è e si dà da fare come sempre, anche se nel piccolo schermo non appare più come un tempo. "Intanto mi occupo del settimanale che dirigo, Sport Vicenza, fondato da mio padre Claudio nel '57. Certo la televisione mi manca, mi manca il fatto di farla. E il mio modo genuino di apparire in video era apprezzato, infatti ogni tanto mi richiamano come ospite" dice con una punta di amarezza il conduttore di trasmissioni diventate un "must". "Già 15 anni fa io univo calcio, musica e spettacolo. Poi lo ha fatto anche Simona Ventura". C'erano tanti tifosi biancorossi a guardarlo, ma anche chi si piazzava davanti allo schermo in attesa solo dell'ennesima sparata senza peli sulla lingua, dei suoi modi di dire sbilenchi, o per sorridere della proverbiale atmosfera da "fatto in casa" che si respirava nello studio di Tva. Una genuinità che oggi, ipse dixit, non c'è più. "Adesso le tv locali cercano solo di risparmiare facendo condurre i programmi a gente senza esperienza. Bisogna metterci amore in quello che si fa. Io me ne sono andato perchè non sopportavo più le regole che volevano impormi. Mettevano le mani sulla mia trasmissione e rovinavano tutto. Anche a livello amministrativo" rincara la dose, " non ci sanno fare. Perchè vengono magari dalla Confindustria o dall'Ospedale pensano di sapere tutto, ma cosa ne sanno di televisione?". Un vecchio amore che lo ha tradito, sembrerebbe. E che lo ha impegnato per 11 anni, dal 1994 al 2005. Mentre prima c'erano state le radiocronache per Radio Vicenza: "Mi alzavo anche alle 3 del mattino per seguire la squadra. Andavo a Napoli, a Bari, ovunque. Il tutto per 25mila lire. Il giorno dopo poi andavo a lavorare. Adesso pretendono subito i soldi ma non hanno le capacità che si richiedevano allora".
Caffé e politica
Ma come si passa dalla radio e dalla Tv all'apertura di un bar, il Bar da Noaro? "Il bar mi piace perchè è un altro modo per essere in contatto con la gente. Per fare conoscenza con tante persone diverse e con i costumi della gente. E poi mi tiene la mente lucida e sveglia". Infatti sull'insegna luminosa si legge: Bar da Noaro, il ritrovo dei veri amici. "Ma ce ne sono davvero pochi di veri amici" ci tiene a precisare. Anche se di clienti non ce ne sono pochi. I prezzi sono bassi, la qualità dei prodotti, a detta del proprietario, alta. C'è una piccola folla per le partite in tv e il giorno dell'inaugurazione, a fine agosto, è stato un evento mondano con tanto di chilometrica limousine bianca. Mancava solo il sindaco, e il buon Fabio c'è rimasto male. Ma sulla politica ha le idee chiare: "Abbiamo votato tutti per Variati perchè era la persona più competente. Ma adesso lo vedo un po' in confusione, lo vedo solo, isolato, non ha una buona copertura. Certo non è facile fare il suo mestiere, ma la giunta mi sembra un po' di serie B". Meglio quelli che c'erano prima? Macchè. "Quelli erano ruffiani, pensavano molto ai loro interessi. Cosa hanno lasciato? Il nuovo teatro? Ma se sembra un cinema, un altro centro congressi! C'era bisogno di ben altro, di impianti sportivi per i giovani per esempio".
Il paesotto
Una città troppo chiusa per Noaro, dove mancano grandi e piccoli eventi: "Dopo le 8 di sera è morta, sembra un paesotto del basso vicentino. Anche a Thiene e Schio c'è più musica, più vita. Qui si pensa solo a guardare quello che fanno gli altri, c'è molta invidia, cattiveria. Io sono vicentino ma non sono come i vicentini. Sono loro che vogliono vivere in una città montanara!". Ma insomma, Vicenza è di destra o di sinistra? "Come tira il vento", taglia corto. A questo punto, vista la disponibilità a spaziare su ogni argomento, è inevitabile chiedere un commento sul caso Dal Molin: "Non ce l'ho con gli americani, portano soldi" dice con la consueta sincerità . "Rispetto le idee di tutti, ma non mi piacciono tutti 'sti cortei quando ormai tutto è stato già deciso dall'alto, come sempre. Tra un corteo e l'altro i pensa solo a tirarse drio i cortei!".
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