Ellero ricorda Scalfaro: "sgarbo" a Bassano e poi ottimo rapporto con lui. E con Cancellieri
Domenica 29 Gennaio 2012 alle 17:45 | 0 commenti
Oscar Luigi Scalfaro, presidente italiano in uno dei suoi periodi più difficili (dal 1992 passando per Capaci e tangentopoli per arrivare al 99), è mancato stanotte. Ad averlo conosciuto e bene a Vicenza c'è stato l'avvocato Renato Ellero, senatore della Repubblica dal 94 al 96 e attualmente docente di diritto penale a Padova. Lo abbiamo distolto dalla sua domenica in famiglia con la signora Ada e con le sue due splendide cagnette Shiba per chiedergli dell'Oscar dalla "r moscia" ma dalla dura fermezza.
Abbiamo avuto l'occasione di vederci e scambiarci opinioni più volte. L'uomo era profondamente diverso da come ce l'hanno descritto i giornali berlusconiani. Certo era molto diverso anche dai suoi successori: leggi come il lodo Schifani o quello Alfano sarebbero state rispedite brutalmente al mittente. Era, infatti, molto rigoroso, direi anelastico, per quel che riguarda l'interpretazione dei vari precetti costituzionali.
C'è stato un episodio particolare nella vostra conoscenza?
L'aneddoto che voglio ricordare è relativo proprio al primo contatto con lui, che in qualche modo coinvolge l'attuale ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri. Siamo nel 94 e Scalfaro viene a Bassano in occasione della commemorazione delle vittime dei nazisti. Alla fine della cerimonia ci doveva essere la presentazione diretta dei singoli parlamentari della zona. In base al cerimoniale il primo avrei dovuto essere io. Ma invece gli fu introdotto per primo il mio predecessore che poche settimane prima avevo "affettato" alle elezioni. La cosa mi disturbò, ovviamente, e appena tornato a Roma rilasciai una serie di dichiarazioni alla stampa piuttosto "pepate" nei confronti del Capo dello Stato. Ma la sera stessa verso le 8, e quindi ancor prima che la stampa ne riferisse, il centralino del Senato mi passa una telefonata dal Quirinale. Francamente mai avrei pensato che fosse Scalfaro. Rimasi, quindi, stupito quando dall'altro capo del telefono sentii l'inconfondibile voce del Presidente che mi diceva: "Senatore mi scusi, mi scusi, mi scusi". La telefonata fu amabile perchè ci chiarimmo subito e da lì nacque un rapporto estremamente cordiale.
Ma qual è il contatto fra l'episodio e l'ex prefetto di Vicenza, ora ministro?
Eccolo. Io scoprii cosa era successo a Bassano e chi era responsabile del vulnus al cerimoniale del Quirinale ma qualche giorno dopo, mentre ero fermo in treno alla stazione di S. Maria Novella a Firenze, fui contattato telefonicamente dalla dottoressa cancellieri, allora prefetto di Vicenza, alla quale evidentemente qualcuno aveva chiesto di accollarsi la responsabilità di quanto successo a Bassano. Il prefetto mi chiese, quindi, scusa dell'errore che aveva commesso. Ma io sapevo che lei non c'entrava nulla per cui le dissi che prendevo atto del suo senso dello Stato e del suo "sacrificio", ma che conoscevo perfettamente chi era l'autore dello sgarbo ... istituzionale e che, quindi, non aveva nulla di cui scusarsi con me. Il che fece nascere anche ottimi rapporti tra me e il prefetto che aveva avuto, per giunta, come maestro il prefetto di Milano con cui avevo rapporti eccezionali.
Professore, cosa lascia Scalfaro all'Italia?
In assoluto un eccesso di rigore, in relativo un maggior rigore. Per lui un no era e rimaneva un no, mentre in seguito abbiamo assistito a volte a comportamenti eccessivamente elastici.
Allora grazie al Presidente "esempio" e grazie al (nostro) professore
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