Davide Lovat, il "ribelle", rottamato dalla Lega Nord: è crisi a Vicenza per i "durie puri"?
Lunedi 28 Febbraio 2011 alle 10:51 | 0 commenti
Ieri pomeriggio di ieri lo avevamo di fatto annunciato, riportando i "timori" di Davide Lovat, oggi l'espulsione del rottamatore rottamato è cosa pubblica, anche se al capo dei "ribelli" in nome dell'ortodossia, fa notare il filosofo (ex) leghista, nessuno glielo ha comunicato ufficialmente: ha saputo del provvedimento da qualche collega della stampa e da qualche sms del suo ex partito.
E neanche ha ricevuto ... "l'avviso di garanzia", cioè nessuno lo ha neanche avvisato del procedimento aperto presso il consiglio nazionale riunitosi a Padova sotto la guida di Gian Paolo Gobbo (Lovat è militante da meno di dieci anni e per questo lo ha processato la Liga Veneta anziché la Lega Nord), che l'ha cancellato dalle cronache del partito, ma forse non dalla storia..
Il segretario della circoscrizione cittadina e portavoce del gruppo di minoranza che col candidato Roberto Grande il 12 febbraio ha ricevuto il consenso del 40% dei consensi dei militanti al congresso provinciale, paga, a suo dire, la sua chiarezza pubblica in un partito, che "duro e puro si sta mostrando non con chi ha accuse pubbliche, ma con chi è ... incensurato come me, ma ha il coraggio di denunciare gli effetti negativi del potere su una classe dirigente che dovrebbe richiamarsi a Bossi e ai principi fondanti!"
E se la base, il popolo al quale si richiama proprio Bossi, reagirà all'espulsione verticistica di Lovat, la faccenda non finirà qui, anche se ora Lovat, leghista dal 1992, ma militante nel 2003, pur dichiarandosi sempre leghista, sente il partito come il passato, perché questa Lega sta azzerando gli ideali per cui era nata esta mettendo in secondo piano il "suo" popolo, privato dei suoi ideali.
Si parla di un dossier a carico di Lovat, di una Manuela Dal Lago "sponsor" della sua espulsione, ma quel che è certo, insiste Lovat, nessuno gli ha dato la possibilità di spiegare e difendersi da accuse a lui ignote: "È pazzesco, un abuso sconcertante sotto l'aspetto politico, prima ancora che procedurale".
In attesa della comunicazione non solo mediatica o stile twitter della sua espulsione, Davide, il ribelle per ora perdente, è evidentemente amareggiato: "Se la Lega tornerà a rispettare i suoi valori originari, quelli condivisi alle votazioni dal 38% della nostra gente, anche io lotterò per tornarci, ma, se così non fosse (e oggi sembrerebbe di no da quanto accadutogli), è meglio stare fuori, anche se non escluso un ricorso alla magistratura".
Per ora l'unico del vertice leghista ad averlo sostenuto, manifestandogli la sua perplessità per l'espulsione, è stato il senatore Paolo Franco: verrà espulso anche lui?
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