Il presidente provinciale Fidas infuriato con il GdV rilancia l'appello donazioni del sangue
Martedi 10 Settembre 2013 alle 13:36 | 0 commenti
Più sangue. È partito tutto da un appello immediato della Fidas che avrebbe dovuto fare felice il dipartimento immunotrasfusionale di Vicenza, visto che è seguito a una richiesta proprio dal San Bortolo attraverso una serie di mail e telefonate documentate stamani nella sede della Fidas e esibite alla stampa; e invece è scoppiata una polemica dopo un articolo apparso su Il Giornale di Vicenza nel quale Alberta Alghisi, il primario del Dimt, ha smentito seccamente la richiesta della Fidas.
Ricordiamo, tuttavia, che queste azioni sono gravissime, in quanto alimentano la confusione nei Donatori di sangue, che ricordiamo essere una straordinaria risorsa per la società , non solo per il funzionamento del Sistema Sanitario. I livelli di eccellenza che la Sanità vicentina ha sempre mantenuto sono stati raggiunti anche grazie ad un impegno costante del volontariato e delle Associazioni del dono, che non si sono mai risparmiate . Fidas Vicenza intende manifestare il più rigido rispetto dei ruoli, ma al tempo stesso non accetta che i Donatori vengano trattati senza il dovuto rispetto. “Fidas Vicenza non ha mai fatto appelli al dono senza ragione – sottolinea il presidente Mariano Morbin – e nel caso specifico l’appello è seguito alla segnalazione avvenuta il 3 settembre 2013, a mezzo telefonata intercorsa alle ore 08.58 tra il ns.Segretario Organizzativo e la dr.ssa Leopolda Zampieri, medico del centro trasfusionale di Vicenza, che ha espressamente chiesto a Fidas Vicenza di attivarsi, in quanto c’era un generale e preoccupante calo delle donazioni. Alle 12.11 dello stesso giorno il sottoscritto ha telefonato alla Dssa Zampieri chiedendo se la necessità era per particolari gruppi sanguigni, o di particolari tipologie di donazioni, ricevendo la conferma di quanto già concordato.
“Ben quattro richieste di sangue pervenute dal Dimt tra luglio ed agosto – prosegue il presidente Mariano Morbin – evidenziano una falla nel meccanismo della raccolta.Fidas Vicenza è preoccupata del fatto che alcuni importanti figure dell’Ulss 6 non comprendano che i Donatori sono persone, non distributori di sangue a comando.
L’attività di Fidas Vicenza fa chiaramente comprendere che la responsabilità non può essere attribuita all’Associazione, che assieme alle altre Associazioni del dono sta realizzando, a spese del pool associativo, un complesso programma per organizzare le prenotazioni delle donazioni, con un costo complessivo di circa 30 mila euro. “In altre regioni – aggiunge il presidente Mariano Morbin – la stessa attività è stata pagata ed implementata con i fondi della Sanità regionale, ad esempio in Toscana. Tutto questo nell’ottica di una razionalizzazione delle risorse e di una concertazione con il Dimt di Vicenza.
Ed il calo del Dimt di Vicenza del 4,4 per cento, il più pesante in tutta la regione, fa capire che la situazione non può essere presa sotto gamba, ma va affrontata ed esaminata con competenza e non con il ricorso ad una dialettica offensiva ed irrispettosa nei confronti di volontari, che  si prodigano giorno per giorno per supportare il Sistema Trasfusionale Provinciale, Regionale e Nazionale, in modo gratuito, periodico e solidaristico.
Quanto alla donazione di piastrine, La Fidas da sempre è attiva nelle chiamate ai donatori e nel mese di giugno eravamo già disponibili a variare il modo di chiamata e di prenotazione per i ns. donatori, ma  il Dimt ci aveva assicurato che sarebbe stato realizzato un programma specifico appena dopo il periodo di ferie.
La vicenda assume, quindi, caratteri ben più estesi rispetto a quanto dichiarato “È evidente che il primario del Dimt ha alimentato inutili confusioni – conclude il presidente Mariano Morbin – forse per una loro mancanza di comunicazione interna.
Penso sia opportuna un’attenta e specifica analisi dei dati negativi del ns. Dimt rispetto ad altri del Veneto, in un’ottica di confronto propositivo per risolvere l’indiscutibile gap di Vicenza, a meno che non si voglia sostenere che oltre all’appello sono falsi anche i dati del Crat Venetoâ€.
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