Parco della pace e stimoli di Kipar: il pieno di oggi, la base, può diventare un vuoto domani
Sabato 18 Giugno 2011 alle 17:01 | 0 commenti
Approfondita e dettagliata conferenza quella indetta oggi, presso la sala del cinema Odeon a Vicenza, da parte dell’amministrazione comunale, che ha presentato ai rappresentanti delle associazioni dei cittadini e politiche l’ormai prossima attività di riqualificazione dell’area adibita a parco cittadino limitrofa al presidio militare USA del Dal Molin (nella foto la sala, qui la Photo gallery del convegno). Presenti, tra gli altri, il sindaco Variati, gli assessori Dalla Pozza, responsabile del progetto, e Giuliari e l’architetto Andreas Kipar, referente delle attività di edilizia e rimodellamento del territorio di cui sarà oggetto la nuova area verde cittadina (scarica da qui le idee di Kipar presentate oggi, n.d.r.).Â
Kipar ha presentato un piano di riqualificazione ambientale basato su un concetto di massima apertura verso un processo che coinvolga la cittadinanza nella “realizzazione di un qualcosa che si evolva nel tempo in rapporto all’evoluzione propria della città e del suo essereâ€. L’idea che sarà comunque alla base di questa importante opera, che vede la disponibilità di oltre 63 ettari di terreno verde a soli 2,5 km dal centro cittadino, è quella di non costruire nulla di nuovo ed anzi dare spazio alla natura. Il paesaggista, nonché architetto tedesco, ha sostenuto che “come diceva il grande filosofo Nietzsche, nelle megalopoli in cui viviamo, si sente oggi la necessità di creare dei vuoti in cui riversare i propri pensieri e ritrovare l’equilibrio di cui la vita di tutti i giorni tende a privarci. Questo vuoto a Vicenza potrà essere riscoperto in questo nuovo Parco della Pace, in cui, seguendo il principio del ‘stop war on nature’, ritroveremo un luogo di confronto con noi stessi e con gli altriâ€. Nessun progetto definitivo quindi, cosa che ha senz’altro fatto piacere ai molti presenti di varie estrazioni politiche, i quali già temevano di trovarsi di fronte ad un “pranzo preconfezionatoâ€, e che anzi aspetta il confronto con la cittadinanza per avere anche solo una prima forma con cui presentarsi. Tra gli intervenuti dopo la presentazione ci sono stati rappresentanti del No Dal Molin (Cinzia Bottene), Sinistra Ecologia e Libertà (Ciro Asproso), Partito di Rifondazione Comunista FdS (Giuliano Ezzelini Storti), Cgil, comitato per l’acqua, l’associazione Rugby Vicenza ed altri ancora. Tutti, anche se a diverso titolo, si sono detti soddisfatti della presentazione proposta da Kipar e pronti, come nel caso del Rugby Vicenza, a dare il proprio contributo alla realizzazione di quest’opera pubblica e della fondamentale educazione da impartire alle nuove generazioni di rispetto e tutela dell’ambiente. La conferenza, al termine degli interventi, ha visto le considerazioni del sindaco Variati, il quale ha specificato come sia stata una giornata importante per il delicato tema dell’area del Dal Molin e quanta emozione è sicuro abbia colto tutti nel sentire quelli che sono i grandi progetti per il futuro. “Prima possibile†ha poi aggiunto il sindaco, “saranno iniziati i lavori di bonifica del territorio e gli stessi, così come quelli che seguiranno, saranno sostenuti attraverso gli 11 milioni di euro dati dal governo. Spero inoltre che, nei successivi 18 mesi che mi dividono dalla fine del mio mandato come sindaco, sarà possibile arrivare a quelle che sono delle fondamentali stipule e firme tali da non permettere facilmente, uance nel domani, che la destinazione del parco sia modificata in alcun modoâ€. La nota con cui si può chiudere la sintesi della mattinata è quella nata dalll’intervento di un cittadino e fatta propria  da Kipar: “Una base militare, e quella americana non sfugge alla regola, è quanto di più variabile possa esserci e, quindi, non si deve commettere l’errore di pensare che la stessa ci sarà per sempre, così come, riportando la storia del mio paese, fu fatto con il muro di Berlino. E quindi nel pensare a pieni e vuoti mai si deve dimenticare quel pieno di oggi, che domani potrebbe diventare un vuotoâ€. E, a conferma ulteriore di questo assunto, oggi c’è già nei progetti Usa il trasferimento del “pieno†di Aviano in Polonia …
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