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Il nuovo paesaggio sociale

Di Citizen Writers Domenica 7 Dicembre 2014 alle 20:37 | 0 commenti

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Da Tommaso Listrani, consigliere nazionale U.D.C residente nella provincia di Vicenza
I nostri nonni e tutte le generazioni passati ci hanno sempre insegnato a rispettare gli altri, il prossimo e le persone più deboli! La nostra tradizione ci ha sempre portato ad aiutare chi era in difficoltà; siamo un popolo chiuso, ma dentro di noi abbiamo quasi un istinto, un moto innato, che ci porta a dare e condividere quando si vede la difficoltà dell'altro.

Nessuno di noi vuole sradicare questi principi ma è innegabile che sempre più sta diventando difficile l'aiuto verso i più bisognosi. L'immigrazione a cui l'Italia è soggetta la porta continuamente a dover affrontare emergenze umanitarie di non poco conto ma non vi è un apparato a supporto delle situazioni che si vivono in periferia ( e ad essere sinceri non vi è un apparato idoneo neanche nella fase di accoglienza !) .Siamo coscienti che chi approda nelle nostre sponde sta scappando la luoghi di miseria guerra e disperazioni da noi neanche lontanamente immaginabili e che nessuno viene da noi con il preciso intento di causare problemi o vivere di espedienti ma alcuni purtroppo si trovano a dover far ciò di sopravvivere innescando una spirale di odio! In Europa gli stranieri sono 23 milioni, in Italia sono 2 milioni e 800mila di cui il 64% vive al Nord, il 24% vive al Centro e il 13% vive al Sud. I dati del Veneto dicono che nella Provincia di Vicenza vive l'11% di stranieri e a Vicenza città il 16%. Noi ( o almeno la maggior parte ) non siamo così bigotti ed ottusi nel pensare che tutta l'immigrazione è dannosa: chi di noi non ha un figlio o un nipote con un compagno di classe i cui genitori provengono dai Balcani? Chi non ha un compagno di lavoro o un vicino provenienti dalla stessa zona? Costoro si sono perfettamente integrati nella nostra società, ci è voluto il tempo necessario ma è successo! Ora, detto questo, non si può certo dimenticare il contesto economico in cui siamo! Ci troviamo a dover sostenere il nostro vicino di casa o le persone che sino a poco tempo prima vedevamo al tavolo affianco a mangiar la pizza il sabato sera! È innegabile dunque che la nostra capacità di aiuto deve essere divisa tra moltissime più persone, ma ciò è difficile! Non sappiamo come moltiplicare i fondi o i punti di accoglimento e aiuto ma vediamo la presenza esponenzialmente maggiore di persone che necessitano di ciò! Questo problema non è di facile risoluzione, lo sappiamo, ma la situazione peggiora di giorno in giorno! Si è innescata una vera e propria guerra tra poveri: ma lo Stato in tutto questo cosa fa? E che ruolo ha l'Europa? Quali sono i progetti a lungo termine per l'inserimento di queste persone, dopo i centri di accoglienza? Perché non si permette loro di raggiungere, legalmente, altri paesi europei? Vi sono state modifiche alle varie procedure di accertamento così lunghe e farraginose? Vi sono soggetti che possano, efficacemente, porsi come mediatori culturali? Costoro potrebbero essere preziosi per poter allacciare rapporti con le varie comunità presenti nel nostro territorio. La convivenza può essere pacifica, ma vi deve essere la volontà di entrambe la parti, non servono a nulla rappresaglie violente: servono semplificazioni e chiarezza delle norme, necessità di pene certe per chi commette reati ma certezza anche verso chi in Italia ci vuole rimanere in modo legale. E sopra ogni cosa devono cessare le discriminazioni in base alle provenienze geografica... deve essere aiutato e sostenuto sia un essere umano arrivato da lontano sia il nostro vicino di casa. Le amministrazioni comunali potrebbero istituire "Il consiglio degli Stranieri" (come a Vicenza, foto), con funzione consultiva, per dare voce a chi non ce l'ha, e di aiuto per le forze dell'ordine ad identificare i soggetti coinvolti in qualche reato; rendendo partecipe in modo attivo e responsabilizzando questa nuova compagine sociale riusciremo ad ottenere un vero mezzo di arginamento ai fenomeni di malavita. Sta mutando il paesaggio sociale dell'Italia,ci vuole un'azione di responsabilità... Dobbiamo metterci attorno a un tavolo e lavorare per prevenire un'esplosione di tensione sociale: si deve aiutare chi vuole essere aiutato e soprattutto chi rispetta il nostro territorio e le regole che vi sono! L' Europa deve partecipare al carico che l'Italia giornalmente si sobbarca per affrontare tutto questo . Diritti e Doveri uguali per tutti e...nessun fesso.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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