Il nero? Per sopravvivere
Domenica 25 Settembre 2011 alle 23:33 | 0 commenti
Da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 219
Le opinioni degli abitanti della Valchiampo sul caso concia
"Con tutte le tasse che ci sono, non è un'ingiustizia non battere ogni tanto lo scontrino o non fare la ricevuta". È solo una delle tante risposte che si ricevono facendo un giro per Arzignano e per la valle del Chiampo e intervistando la gente del posto, operai dipendenti e commercianti. Dopo l'esplosione del caso della maxi evasione fiscale del gruppo Mastrotto e del pagamento in nero dei lavoratori, gli abitanti della zona in qualche modo giustificano e trovano "normale" o comunque "non grave" l'evasione.
Alcuni, rimasti anonimi, arrivano a dire: "Non battere lo scontrino è sopravvivenza". La quasi totalità ha espresso idee molto chiare: "Credo che il problema dell'evasione sia legato alla pressione fiscale, gravosa per gli imprenditori e per i cittadini. Chi fa impresa viene effettivamente lasciato da solo". Chi lavora come dipendente trova plausibili le motivazioni che spingono gli imprenditori all'evasione fiscale, in nome di una sorta di complicità finalizzata allo sviluppo. È insomma dalla stessa parte, comprende il suo modo di agire e lo definisce "legittimo". Chi è commerciante o titolare di un'impresa non ha problemi ad ammettere questo modello di sviluppo. Una mentalità molto radicata nel nostro Nordest, dove è diffuso un certo rancore nei confronti dello Stato. Ad Arzignano si dicono sorpresi dal clamore della vicenda perché "il nero va bene". "Aldilà del caso Mastrotto - dice un ventenne- molti imprenditori piccoli e medi cercano di stare a galla come possono...".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.