Il Mattino, Mion: «Ora siamo nelle mani della politica e del Tesoro»
Venerdi 26 Maggio 2017 alle 09:39 | 0 commenti
«Siamo nelle mani di Padoan». Così Gianni Mion, presidente di Bpvi, dopo il summit a Roma. Una giornata che ha visto affacciarsi diversi scenari e all'improvviso è tornata d'attualità la soluzione Atlante. Preso atto dell'irremovibilità di Bruxelles in merito alla richiesta di intervento dei privati per un miliardo di euro, nella giornata di ieri si è tornati a sfogliare la margherita sui possibili cavalieri bianchi. Così, nonostante le prese di posizione di numerose banche azioniste - che nei giorni scorsi avevano escluso di poter ricapitalizzare il veicolo - si è riaffacciata di affidare al fondo gestito da Alessandro Penati la missione salvataggio. Infatti all'orizzonte non si vedono imprenditori disposti a farsi carico della patata bollente e l'apporto del braccio volontario del Fondo interbancario è escluso per la carenza di fondi.
Dunque non resta che sperare in un altro intervento del sistema bancario, che avrebbe l'unica motivazione a muoversi nel timore di conseguenze peggiori, qualora sui mercati finanziari si scatenasse un'altra pioggia di vendite a pioggia sui titoli del settore. Ma anche la soluzione Atlante non appare praticabile. Il primo fondo lanciato ha esaurito le risorse e il secondo per statuto deve investire nei non performing loans, con i target già individuati in Mps, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Dunque, se si tira la coperta da un lato (per favorire la ricapitalizzazione), resta scoperto il nodo dei crediti deteriorati. Quale scenario si presenta all'orizzonte? «Noi siamo totalmente allineati con il ministro dell'Economia Per Carlo Padoan. Ci ha chiesto fiducia e non vi sono ragioni per dubitarne», risponde Gianni Mion, presidente della Popolare di Vicenza, raggiunto al termine dell'incontro con Carlo Padoan, delinea così la posizione dei vertici delle banche venete. È una resa la vostra? Vi rimettete alla capacità del governo di convincere le autorità europee portando la trattativa sul piano politico, vista la rigidità nelle richieste Ue? «Posta così, la questione non è corretta. Abbiamo avuto un lungo incontro con il ministero del Tesoro e le sue posizioni, rese pubbliche, sono nette. Siamo completamente allineati sulle sue posizioni». Padoan ha detto che non vi sarà il bail-in, ma come se ne esce se dalla Dg Comp insistono nella richiesta di un intervento dei privati per un miliardo di euro prima ancora del salvataggio pubblico? «La richiesta c'è, ma ribadisco la nostra posizione. Il ministro sta seguendo con grande attenzione la vicenda e ci rimettiamo a lui». Con il Fondo interbancario che ha poche risorse a disposizione, non resta che affidarsi ancora una volta ad Atlante. Ma le banche azioniste non paiono disposte a intervenire ancora, dopo le recenti svalutazioni... «Ho letto anch'io la posizione di chiusura degli azionisti a una ricapitalizzazione del fondo Atlante. Ma a questo punto la questione è in mano alla politica, alla quale ci rimettiamo». Nella giornata di ieri, a un certo punto si sono diffuse voci di dimissioni da parte degli amministratori delle due banche. Quanto c'è di vero? «Nulla. Stiamo lavorando per trovare una soluzione e per risanare le banche».
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