Il Giro della Rua, storia e emozioni di Vicenza
Sabato 4 Settembre 2010 alle 23:54 | 0 commenti
Stasera e stanote, davanti a una folla debordante, è tornato il grande Giro della Rua, assaggio, e che assaggio!, di un settembre ricco per la gente e con la gente di Vicenza (e non solo) di avvenimenti e spettacoli, tra cui, e come dimenticarla?, la Festa dei Oto, "la" festa di Vicenza.
Il Comitato della Rua, nat per l'occasione, si è costituito a maggio in associazione per ‘rinverdire' e inserire l'antica tradizione nel panorama italiano ed europeo delle feste storiche.
E la nascita della Rua data 1444 grazie all'ordine dei notai che hanno fatto porre ben visibile al suo centro il proprio simbolo, la ruota (la rua, cioè).
Ora ne vedono scritta la storia su "La Rua di Vicenza. Storia di una festa popolare" di Walter e Antonio Stefani, stampato nel 2008 su iniziativa della Confartigianato provinciale e della Fondazione Monte di Pietà ed acquistabile da chi volesse 'gustarsi' la Grande Rua, pagina dopo pagina.
L'interesse per il simbolo ritrovato della città e per la sua celebrazione, che nelle intenzioni del sindaco e dell'Amministrazione comunale deve diventare uno dei motivi di interesse turistico per la città del Palladio, è salito da quando, nel 2007, la grande Rua, alta 24 metri e del peso complessivo di 300 quintali, fu ricostruita dall'allora Amcps per celebrare i suoi 100 anni.
Il sindaco ha parlato alle migliaia di presenti (vicentini e ospiti di Vicenza) in dialetto, ma facendosi capire da tutti, più o meno a livello lessicale, moltissimo con la sua capacità di carpire cuore e attenzione.
Achile Variati ha spiegato (citiamo, sintetizzando, a memoria) che usava "l'antica lingua perché il Giro della Rua è una festa di tradizione, della comunità . La Rua è un simbolo di una comunità che attorno ad essa si ritrovava nei tempi lieti e in quelli difficili. E, anche se questo nostro tempo proprio facile non é, siamo e restiamo una comunità , proprio per avere la forza della speranza. La comunità di una città splendida, Vicenza. Viva la rua, viva Vicenza".
La serata, baciata da un tempo splendido, ha avuto inizio 'ufficialmente, alle 21, quando quasi 1000 persone, ‘raccolte' dalle associazioni (come il Centro di Servizio per il Volontariato e la Pro Loco di Postumia, tanto per citarne 2), dalle società sportive (una per tutte, l'Atletica Vicentina), dalle confraternite, dagli ordini militari e professionali del territorio, sono partite festosamente da piazza Duomo con davanti, a fare da pifferaio magico, la Ruetta dell'Ipab, riproduzione in scala (pesa ‘solo' 400 chili ed è alta 8 metri) della Grande Rua.
La Ruetta ha fatto da capofila della sfilata portata a spalle, a turno, da 18 atleti vicentini ‘sostenuti' nel loro sforzo dalle note festosamente marziali della fanfara storica degli alpini.
Da piazza Duomo il corteo, ma no, cosa dico?, il Bacchiglione umano si è mosso verso piazza Castello, ha attraversato corso Palladio e da contrà Santa Barbara è entrato in una piazza dei Signori, piena all'inverosimile. La testimonianza, una per tutte, è quella di un nostro collaboratore, Andrea, che attendevamo ma che ci ha raggiunto solo al telefono: "Ho provato ad arrivare ma è stato impossibile parcheggiare anche lontano per poi raggiungere a piedi la piazza!". Peccato, per lui!
In piazza dei Signori, riconoscibile solo guardando verso l'alto della Grande Rua e della Basilca Palladiana, perché il basso era una massa compatta e impenetrabile di occhi, mani e visi, tutti belli e indistinti, c'è stata alle 22 circa la spettacolare cerimonia di illuminazione della storica grande Rua, che poi rimarrà esposta per tre settimane per quei tantissimi che stasera non sono potuti arrivare e per i turisti italiani e stranieri, che, sempre più numerosi, scoprono la città e le sue attrazioni finalmente in via di (ri)valutazione!
E poi spettacolo di musica, recitazione e danza in piazza e dalla Loggia Bernarda, come da programma.
L'annunciata e attesissima "musa dei nodari", cioè dei notai, è stata la vicentina Anna Rigon, finalista di miss Universo nel 2002, che era avvolta in uno splendido abito da grand soirèe con i colori di Vicenza, reso degno della cornice in cui l'ha indossato, e spettacolo nello spettacolo, dallo stilista russo Sergei Grinko.
Lo spettacolo di luci, ‘creato' da Raggi di Luce, è stata la dose di musica per gli occhi mentre la musica dal vivo rendeva quel luogo uno spazio non più fisico, ma di indimenticabili emozioni.
E mentre, da poveri cronisti, proviamo a trasferirvi un millesimo delle sensazioni provate, in attesa dei fuochi d'artificio musiche e balli continuano per la felicità di una gente che ritrova la sua città e la voglia di guardare avanti anche grazie ai suoi negozi e agli esercizi pubblici aperti fino alle 2 di notte.
Vicenza riparte stasera dal suo passato per scrivere un futuro che sia anche di socialità e di vita insieme, nei colori della gioa semplice e dei valori umani.
E, perchè no?, di richiamo di attenzione di tanti che Vicenza non la conoscono e che Vicenza aspetta a braccia aperte con le sue bellezze, mostrate al mondo intero anche e soprattutto da fratello web, che rende VicenzaPiù ... conosciuta.
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