Riceviamo da Barbara Becker e pubblichiamo - Vorrei fare una critica pubblica a Il Giornale di Vicenza e, visto che loro mi hanno bloccata, provo ad esprimermi qui. Mi sono permessa, per due volte, di commentare in modo critico un loro articolo di, a mio avviso, bassa qualità giornalistica. Il primo commento conteneva una blanda parolaccia e accetto la censura, il secondo era una critica al giornale e all'articolo da loro pubblicato, che non conteneva ne parolacce, ne offese, ma denunciava l'insensibilità di un giornale che smercia il lutto personale di una ragazzina.
Sfruttando la sete di sensazionalismo delle persone ignoranti, per vendere. Ignorante, lo ricordo, deriva da "ignorare", "non sapere" ed è quindi una definizione di uno stato di conoscenza e non una offesa. Sono oltremodo sorpresa e rammaricata che abbiano preferito cancellare il commento e bloccarmi ogni ulteriore possibilità di replica, invece di rispondere all'accusa.
Ma forse questo, ahimè, per quanto questo specifico caso possa sembrare insignificante, è l'esempio emblematico di un giornalismo che non informa, di una dittatura mediatica che censura o pubblica secondo le proprie necessità di bilancio. Mi piacerebbe pensare che i media non siano coscienti del loro potere, ma lo sono. Tutti. È della forte responsabilità che spesso e purtroppo non vogliono prendere coscienza.