Il fu modello Nordest
Domenica 1 Novembre 2009 alle 18:00 | 0 commenti
'Cià cole' pubblicate sul n. 169 di VicenzaPiù da ieri, sabato, in edicola a 50 cent e da oggi, domenica, in distribuzione gratuita in numerose punti cittadini (vedi elenco dei principali su Punti di distribuzione nel box a destra) e scaricabile in pdf sempre dal box qui a destra.
C'era una volta il modello Nordest, studiato nelle università e portato in palmo di mano da politici ed economisti. Non è passato molto tempo, ma rischiamo che di quel sistema non resti che qualche brandello di muro. Ci hanno pensato prima la globalizzazione e poi la crisi, a incrinare un modello in realtà cresciuto in modo caotico, disorganico e confusionario. E basato soprattutto sul lavoro e sulla competizione a basso costo. Infine si sono aggiunte le indagini della magistratura.
I casi di inquinamento di cui parliamo in questo numero sono solo un esempio, perché gli ultimi mesi non ci hanno fatto mancare nulla: grazie al lavoro delle forze dell'ordine sono venute a galla presunte frodi in settori trainanti come quello della concia e delle costruzioni, a cui si aggiungono adesso gli arresti eccellenti di questi giorni relativi al fallimento Ristocenter o alla compravendita del casale di Longara, casale già finito al centro della bufera politica sull'Ipab - una vicenda, sia detto tra parentesi, che ha ancora molti punti da chiarire.
Sarà sicuramente vero che la gran parte degli imprenditori opera in modo corretto, mettendo in quel che fa anema 'e core. Fino a prova contraria, tra l'altro, pure gli indagati sono tutti innocenti. Però, in tante discussioni su come rilanciare l'economia del mitico Nordest, accanto a parole d'ordine ormai abusate come ricerca, innovazione, sinergie e fare squadra, bisognerebbe forse inserire anche una seria riflessione sul nostro concetto di legalità .
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.