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Il francese Luc Thibault è la "Persona dell'anno" di Vicenza

Di Martina Lucchin Giovedi 26 Dicembre 2013 alle 18:10 | 0 commenti

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La persona dell’anno (da VicenzaPiù n. 264 in distribuzione)

Ogni dicembre il settimanale americano Time conferisce il riconoscimento di “Uomo dell’anno” a chi nel mondo ha avuto la maggiore influenza, nel bene o nel male, nei dodici mesi dell’anno appena concluso. Quest’anno è toccato a Bergoglio, definito “Papa della gente”. VicenzaPiù non è certo Time e la nostra vetrina è sul Vicentino non certo sul mondo, ma da questo ultimo numero del 2013, dopo 8 anni in cui i vicentini ci leggono anche a dicembre,  vogliamo anche noi iniziare a dedicare la copertina e qualche pagina a chi secondo il nostro modesto parere ha messo anima e corpo per cambiare lo status quo e offrire una prospettiva di vita diversa alla gente... di Vicenza.

Senza pensare solo a se stesso. Non sono certo l’Uomo dell’anno o la Donna dell’anno  il vicentino o la vicentina che vi proponiamo per la prima volta nel 2013 ma per noi degna d’attenzione è la “Persona dell’anno”. Quest’anno erano in ballo anche Giorgio Langella, Maria Rita Dal Molin e Massimo D’Angelo, solo alcuni tra i molti altri che meriterebbero pagine e copertine. Quando si sceglie si può anche sbagliare, ma di certo lo “schivo” Luc Thibault, la prima “Persona dell’anno” per VicenzaPiù, sarà il primo a “scusarsi” per la nostra scelta. Un motivo in più per nominarlo.
Il direttore

Il francese Luc Thibault è la “Persona dell’anno” di Vicenza

Di Martina Lucchin
Luc Thibault, sindacalista di base e conflittuale, si è battuto per la sicurezza dei lavoratori e il loro diritto di esprimere liberamente i propri rappresentanti nella Rsu dell'azienda per cui lavora; ha denunciato senza timore i passi falsi dei sindacati confederali e gli inciuci delle cooperative "rosse"; ha alzato la voce e manifestato per fare chiarezza sul project financing dell'ospedale di Santorso e sul processo Marlane Marzotto. Luc Thibault è un sindacalista di lotta che fa dell'onestà personale la bandiera delle sue azioni. Ma oltre al sindacalista targato Usb, sigla esposta anche sul cancello della sua casa a Schio, c'è l'uomo: un padre e un compagno, allergico ai gatti, ex fumatore incallito, che parla in dialetto veneto con accento francese. Proviamo a conoscerlo meglio, lui scledense da anni ma nato ad Angers l'11 giugno 1958.
Luc Thibault sei nato e cresciuto in Francia ma vivi in Italia ormai da tanti anni. Cosa facevi in Francia prima di venire qui?
Combinavo casini come qua. Prima guidavo la metropolitana e poi i pullman, inizialmente a Parigi e poi mi hanno messo in punizione e spostato nelle banlieue perché avevamo scioperato per avere condizioni di lavoro e stipendi migliori. Iniziavo ad essere stufo però perché guidare a Parigi è davvero stressante, all'epoca un pullman faceva una media di 10 km all'ora. È successo che in Italia mi sono innamorato e quando mia moglie mi ha detto "o me o te", a ventinove anni, mi sono trasferito a Schio. Ho iniziato facendo molti lavori, l'autista di pullman, il metalmeccanico alla Polidoro, il falegname e nel 2005 sono entrato alla Greta Alto Vicentino Ambiente (società di Schio che gestisce il ciclo integrato di rifiuti dove Usb è il primo sindacato nella Rsu, ndr). E qui ho costruito una famiglia. Mia moglie è morta quattro anni fa. Mio figlio ha 22 anni e studia psicologia del lavoro a Padova, ma mi ha già detto che, finiti gli studi, se ne andrà dall'Italia. Mia figlia di 21 anni studia alla Ca' Foscari di Venezia, adesso è in Erasmus a Parigi con un contributo dello stato di appena 150 euro! E questo dimostra che purtroppo l'università è un lusso.
Come vedono i tuoi figli il tuo impegno da sindacalista?
A volte non troppo bene perché il telefono continua a suonare e sono spesso via per le manifestazioni. Ma sanno che il mio impegno è anche per loro. I miei figli hanno viaggiato, hanno visto che il mondo è come una pentola a pressione e che quello che è successo in Grecia presto potrebbe succedere anche qua. Capiscono che lo faccio anche e soprattutto per i giovani perché, a differenza della mia generazione, quella che ha vissuto il 68, adesso i ragazzi non hanno un futuro e quindi nemmeno delle ragioni di vita. Mi batto perché presto questo finisca.
Quando hai scoperto di avere un'anima da sindacalista?
Fin da quando ero bambino. Sono nato nel 1958, nel periodo della guerra di Algeri e della guerra del Vietnam. Tutti i giorni vedevo le immagini dei bombardamenti e ricordo ancora una bambina che aveva la schiena che prendeva fuoco. Penso che vedendo quella scena sia nata in me la repulsione, che sento ancora oggi, verso questa società. Poi un giorno, forse quando avevo dodici anni, c'è stata una manifestazione nella città dove abitavo. Ho assistito alla carica della polizia contro gli operai e quando uno di loro si è nascosto sotto la macchina, l'hanno preso e picchiato. Questa cosa mi ha acceso la ribellione nel sangue. Avevo una famiglia per bene e ricca, ma vedendo questo non sono più stato in grado di accettare quella realtà.
Quando hai deciso di aderire all'Usb e perché?
Quando lavoravo alla cooperativa Polidoro ho avuto un grave infortunio alle dita di una mano finita dentro ad una pressa e lì è iniziata la mia guerra contro i sindacati. Ero iscritto alla Cgil e quando ho chiesto di difendermi loro mi hanno detto: "noi ti difendiamo ma non vogliamo comparire nel processo". La cooperativa ed una parte dei soci volevano che facessi passare l'infortunio come un incidente domestico. A quel punto ho deciso di prendere un avvocato in privato e non ho voluto l'aiuto della Cgil per principio. Il giorno in cui ho vinto la causa ho strappato la tessera della Cgil. A quel punto ho iniziato a conoscere i Cub, i sindacati di base, e tre anni fa ci siamo uniti con altri sindacati ed è nata l'Usb.
Qual è la causa per cui ti sei impegnato e che ti ha reso più fiero?
Quello che siamo riusciti a fare alla Greta Alto Vicentino Ambiente. Noi dell'Usb abbiamo messo in sicurezza i lavoratori da soli dall'inizio alla fine e di questo vado molto fiero. E abbiamo fatto di tutto perché ci fosse un sindacato, perché crediamo che qualsiasi lavoratore con qualsiasi idea politica abbia il diritto di essere rappresentato. Abbiamo lottato tanto, prima alla C.i.a.s nel 2005 (cooperativa di nettezza urbana, ndr), poi alla Greta e dal 2007 anche in Ava (Alto Vicentino Ambiente srl, ndr), ottenendo la modifica delle buche dove i camion scaricavano i rifiuti. Non erano a norma e camion ed autisti sono caduti dentro più volte a quelle buche di sei metri. Alla Greta invece, anche grazie a noi, in tre anni tutti i mezzi sono stati messi a norma. Per avere questo risultato, purtroppo, abbiamo dovuto aspettare la morte nel 2011 di un collega, Raffaele Sorgato, in un camion che non era in sicurezza. Non potrò mai dimenticarlo perché era proprio un bravo ragazzo.
Non sempre però le vostre battaglie vanno a buon fine. Cosa ti spinge ad andare avanti?
In Italia c'è una disinformazione di massa. La gente non sa per esempio che il costo dell'ospedale di Santorso sarà di un miliardo di euro, non si parla del fiscal compact che costringe gli italiani a pagare per un debito contratto da politici e banchieri né si sa a fondo dei bombardieri che il governo continua a comprare. Noi continuiamo a fare una controinformazione, a dire quello che i sindacati non dicono. A comportarci come dovrebbe fare un vero sindacato, perché non si può essere sia dalla parte dei padroni che degli operai: o stai con gli sfruttati o con chi sfrutta. Noi stiamo e combattiamo con i lavoratori. Una cosa su cui non transigo è l'onestà personale e politica, perché non si può predicare una cosa e fare il contrario. Anche nei momenti di sconforto, quando ti accorgi che la gente non reagisce, si va avanti. Perché se pensi che un altro tipo di società e modo di vivere siano possibili, non puoi altro che combattere e continuare.
Cosa ti aspetti dal 2014 per gli italiani, per te e per tuoi figli?
Il 2014 sarà l'anno del big bang per l‘Italia. Tutti gli indicatori economici dicono che la ripresa non c'è, la produttività cala e l'export anche. E in più questo governo e gli altri non fanno niente, anzi peggiorano la situazione, alzando l'età pensionabile e non considerando il crescente tasso di disoccupazione. È una società condannata a morte e che condanna migliaia di persone a morire, in cui si distrugge quello che si produce perché si produce troppo. L'anno prossimo potrebbe essere quello buono. Per questo noi continuiamo a dire che dobbiamo cambiare: serve una società che sia a misura dell'uomo e non il contrario. Per me, invece, desidero un po' più di pace e tranquillità, anche se so che è impossibile, perché quando fai la guerra il nemico è dappertutto. E per i miei figli spero che abbiano un futuro migliore, che conoscano un'altra società e che abbiano dei figli a loro volta. Si dice che i figli sono la tua immortalità. Ecco, vedere i figli dei miei figli è quello che desidero di più, sperando anche che siano dei piccoli lottatori.
Se il desiderio di Luc sarà esaudito ci sarà di sicuro un altro candidato alla Persona dell'anno made in Thibault.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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