Il Fatto, le autorità europee perdono la testa: "Venete spacciate lo sapevamo dal 2014
Martedi 27 Giugno 2017 alle 10:43 | 0 commenti
Per mesi si è temuto che il Ptriangolo delle Bermude che ha ai suoi vertici la Commissione europea, la Banca centrale europea e il governo italiano avrebbe inghiottito le due banche venete che avrebbero dovuto essere salvate. Invece con Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono spariti anche 17 miliardi dei contribuenti italiani. Infattibastarileggere gli imbarazzati comunicati degli ultimi giorni per capire che non solo a Roma, ma anche a Bruxelles e a Francoforte, devono aver perso la testa.
Venerdì 23 giugno la B ce ha comunicato chele due banche erano "likely to fail", cioè sull'orlo del fallimento, e che non essendo state "in grado di offrire soluzioni credibili" e "non essendoci le condizioni perla procedura di risoluzione" sarebbe stato ordinato al governo italiano dimetterle in liquidazione coatta amministrativa. La Vigilanza Bce, spiegala nota, "ha monitorato da vicino le due banche da quando furono identificate insufficienze di capitale dal "comprehensive assessment del 2014". Questa affermazione è falsa. Il 26 ottobre 2014 solo due banche italiane furono trovate con short fall di capitale, come si dice in gergo: Monte dei Paschi di Siena e Carige. Popolare Vicenza e Veneto Banca superarono l'esame europeo. Il presidente di Vicenza Gianni Zonin commentò felice: "Questo risultato ci rende particolarmente orgogliosi, confermando la solidità della banca". Vincenzo Consoli, capo di Veneto Banca, fu ancora più retorico: "Il mio primo pensiero va a tutti i nostri colleghi che con il loro impegno quotidiano hanno condotto la banca al raggiungimento di questo ambizioso risultato, che aggiunge nuova linfa al percorso di crescita e sostegno dei nostri territori, delle nostre famiglie e delle nostre imprese". E il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che cosa disse? Si occupò di Mps, dichiarandosi "fiducioso che la situazione di short fall verrà gestita con per azioni di mercato". Due anni e mezzo fa avevano tutti capito che le due venete erano messe male, come adesso cerca di farci credere la Bce, come mai in quei mesi il capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo continuava il suo pressing su Consoli perché si facesse salvare proprio da Zonin? E se lo sapevano da due anni e mezzo, perché si sono ridotti a fare il pasticcio di domenica sera a poche ore dall'esplosione delle due banche? Dice la Bce nel suo comunicato che "le due banche hanno presentato piani giudicati non credibili". I due piani sono uno, formulato dall'ad di Vicenza Fabrizio Viola in vista della fusione. Tre mesi fa, quando le due banche hanno chiesto la "ricapitalizzazione precauzionale" pagata dallo Stato che avrebbe rimesso in piedi le venete con 4,7 miliardi contro i 17 spesi per farle fallire, la Bce ha dato il suo ok al piano, mandando Padoan a intrecciare il suo lungo e inconcludente dialogo con la commisaria Europea Margrethe Vestager per farsi autorizzare gli aiuti di Stato. Tre mesi fa il piano di Viola era credibile per la Bce, anche se nel triangolo delle Bermudelavorano come la burocrazia borbonica: non scrivono mai niente. Non solo. Le due banche furono giudicate abbastanza sane da meritare la ricapitalizzazione precauzionaleOggi sono giudicate troppo scassate ha niente da dire su questo? Anche la Vestager dice cose strane. La prima è che la Commissione europea autorizza 17 miliardi di aiuti di Stato a Intesa Sanpaolo dopo aver vietato di darne 4,7 alle due venete da salvare. Motivo: stavolta il governo italiano dice che è "necessario a evitare disordine economico nella regione Veneto". Non solo. Siccome le due banche vengono cancellate dal mercato, i 17 miliardi di aiuti di Stato non costituiscono nessuna "distorsione nel mercato europeo del credito".
Di G. me e Cdf, Il Fatto QuotidianoÂ
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