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Il dossier: il mini Monte di Pietà di Vicenza con la Fondazione di Venezia

Di Rassegna Stampa Domenica 25 Febbraio 2018 alle 10:39 | 0 commenti

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C'è un secondo dossier che potrebbe diventare caldo nel necessario processo di consolida mento e razionalizzazione delle Fondazioni bancarie in Veneto. Si tratta della fusione tra Fondazione di Venezia e il Monte di Pietà di Vicenza, un progetto tentato e fallito nel 2014. «Uniamoci nel nome di Palladio» proclamò l'allora presidente dell'ente veneziano Giuliano Segre, da cui partì l'intenzione. L'unione fu ana­ lizzata economicamente e giuridicamente. Quel piano industriale è finito nei cassetti ma i tempi sono tornati maturi per metterlo in opera. Fondazione di Venezia ha (dati 2016) un patrimonio di 34l, 7 milioni.

Quello del Monte di Pietà è esiguo: l,8 milioni; è la più piccola fondazione d'Italia. Vicenza eroga 14 mila euro, «può essere solo astrattivamente opera­tiva con scarsissime possibilità finanziarie» disse allora Segre. Le ragioni dell'accorpamento, riportava il piano, stanno «nello storico rapporto fra le città (Palladio)», «perché in passato si sono fuse anche le Casse di Risparmio» e poi «le cose non vanno tanto bene per le Fondazioni». Così nel 2014. Figurarsi adesso. Venezia voleva estendere il proprio ambito e così si scelse di confrontarsi con un "pesce" piccolo che con la geograficamente contigua Cariparo, con cui si condivide lo storico legame con Banca Intesa. La fusione Venezia Vicenza prevedeva l'introduzione di un consigliere espresso dal Comune di Vicenza nel cda, con introduzione del sistema duale e potenziamento della spa Palazzo del Monte (nella foto il palazzo), l'unica società strumentale della Fondazione che gestisce l'omonimo immobile che ne rappresenta il patrimonio. Durante il 2014 Segre e Mario Nicoli, presidente del Monte, si scambiarono diverse lettere protocollate con le intestazioni «caro amico» ma nulla decollò perché Vicenza disse «no» alle avance della Laguna: «Irricevibili: si rischia la perdita d'identità».
di e.v.. da Il Mattino di Padova


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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