Il dono del silenzio
Sabato 30 Giugno 2012 alle 00:16 | 1 commenti
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Di lei dicono, con una figura retorica poco elegante ma efficace, che è una con le palle. Che è una che non ha paura di sostenere le sue convinzioni davanti ai suoi elettori e in genere davanti all'opinione pubblica. E a lei, Elena Donazzan, potente assessore veneto alla formazione, in quota Pdl, con una storia politica e culturale che nasce nel Fronte della Gioventù, questa nomea non dispiace affatto.
È bastato però un servizio pubblicato su VicenzaPiù del 9 giugno (pagina 13) a trasformare la dama d'acciaio in una dama di latta. Un servizio in cui si parla degli affidamenti cospicui decisi dalla regione Veneto per il gruppo Rete Veneta, che fa riferimento al manager bassanese Filippo Solone Jannacopulos. Chi scrive, era il 4 giugno, ha inviato alla Donazzan una richiesta di delucidazioni semplice semplice: «Si invia la presente per chiedere quanto segue. In data 10 marzo 2009 il bollettino regionale numero 21 dà notizia di un contributo ad un sindacato di polizia relativamente alla organizzazione di un convegno sul problema mafioso (Deliberazione della Giunta Regionale numero 360 del 17 febbraio 2009). Ancora il bollettino regionale numero 84 del giorno 11 novembre 2011 (anno XLII) dà notizia di un contributo al gruppo Teleradio Diffusione Bassano srl per "l'affidamento del servizio di ideazione, realizzazione e messa in onda a mezzo televisivo di un progetto divulgativo di informazione e sensibilizzazione in materia di tutela dei consumatori...". Ciò considerato si chiede di avere un ragguaglio dettagliato circa le iniziative sopra menzionate (svolgimento, tempi, costi effettivi...) e di avere un commento sulla opportunità o meno delle stesse». Il destinatario è Lady D. in persona perché dai documenti si evince che è lei a presentare la delibera.
La risposta qual è stata? Silenzio. Strano per una che ha sempre vantato la sua anima di combattente politico. Ora la Donazzan potrebbe sempre tentare la vecchia scusa del «de minimis non curat praetor». C'è però un ma grande come una casa. Il leghista Roberto Ciambetti, che affettuosamente nel suo partito viene chiamato «il democristiano» per la sua indole che tende alla mediazione e che in giunta ha un ruolo ben più importante di quello della Donazzan, giacché il vicentino è assessore al bilancio, la briga per rispondere se l'è presa. Risposta generica e democristiana quanto si vuole, ma risposta c'è stata. Una risposta tra l'altro dalla quale chi mastica di politica capisce che gli affidamenti (o contributi come con più realismo li chiamano i giornalisti che fanno il loro mestiere) concessi a Rete Veneta gli stanno un po' sul gozzo. Sarebbe da domandarsi quindi: da quando Elena Donazzan riveste incarichi di varia natura in regione, quanti contributi o finanziamenti o affidamenti sono stati concessi alle tv venete? E al gruppo che fa riferimento a Rete Veneta? La cosa è avvenuta col placet politico dell'ex governatore Giancarlo Galan e col placet politico dell'eurodeputato Lia Sartori? I due si sa sono le punte di diamante del Pdl nel Veneto e poiché da anni pontificano di efficienza nella spesa pubblica sarebbe il caso che da loro qualche commento in merito arrivasse. Se poi invece ai due si rammenta che i loro referenti politici nazionali, a partire dall'ex premier Silvio Berlusconi, sono tra coloro che hanno fatto schizzare la spesa pubblica alle stelle durante l'ultimo ventennio, allora si capisce che l'invito a tutti a dire qualche cosa in merito sarà la cronaca di un silenzio annunciato. Perché criticare certi media non fa bene ai politici, si sa. A quelli di tutti gli schieramenti, a cominciare da quelli che si ergono a difensori della res publica. In tal senso sarebbe simpatico sapere che cosa pensino in materia Gennaro Marotta, Tonino Pipitone e Gustavo Franchetto, tutti dell'Idv. Quest'ultimo tra l'altro è anche un collega. E un'opinione in merito dovrebbe averla. Soprattutto perché quando gli enti pubblici fanno arrivare danari, lecitissimamente s'intende, nelle casse degli editori, il cane da guardia che è l'informazione rischia sempre di trasformarsi in cane da compagnia, o in cane da riporto del potere.
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quanto malcostume.
Sistemi da cambiare. Politici da mandare a casa dopo DUE mandati.
"stima" verso Ciambetti