Il diritto alla salute
Martedi 21 Febbraio 2012 alle 10:26 | 0 commenti
 
				
		
		Cgil, Cisl, Uil  -  La preoccupazione che i tagli al fondo sanitario nazionale attuati con le manovre estive 2011 si potessero trasformare in ticket e compartecipazioni varie, è diventata purtroppo una realtà.
Dopo il superticket di 10 euro su analisi e prestazioni specialistiche la Regione Veneto si è ora inventata ulteriori balzelli sul pronto soccorso.		
I pazienti dimessi e classificati "Codice Bianco" sono assoggettati al  pagamento di una quota fissa di 25,00 euro + il ticket sulle prestazioni  erogate a meno che: "non siano minori di anni 14, esenti per reddito,  infortunati sul lavoro". Non sono classificate come  "Codice Bianco"  solo quelle prestazioni erogate in pronto soccorso: "a cui faccia  seguito un ricovero o un'osservazione per almeno 4 ore; in cui si  medicano traumi che hanno determinato fratture, lussazioni o ferite e  sempre che abbiano richiesto suture o l'applicazione del gesso; ustioni  di primo grado su una estensione superiore al 18% del corpo; che  riguardano l'estrazione di corpi estranei ingeriti o inalati; una  intossicazione grave; un grave rischio allo stato di gravidanza; che  sono state richieste dal medico di Base o dalla guardia medica".
L'intervento  dell'ambulanza non è a carico del paziente (al costo di 150 euro) solo  nel caso in cui siano rispettate  tutte le seguenti condizioni:  "impossibilità del trasporto con altri mezzi; successivo ricovero o  osservazione; condizioni complessive di emergenza/urgenza".
Noi siamo convinti che:
ï± 	Per evitare accessi impropri al pronto soccorso sia necessario  potenziare i servizi territoriali ampliando, prima di tutto, gli orari  di apertura degli ambulatori dei medici di medicina generale;
ï±	La compartecipazione va sempre definita attraverso l'utilizzo dello strumento dell'Isee.
Alla  Regione Veneto inviamo una fermo invito a rivedere questi provvedimenti  anche perchè pesano di più sulle fasce più esposte della popolazione (e  non necessariamente quelle più povere).
Alle Forze Politiche, ai  Sindaci, ai Direttori Generali delle Ulss chiediamo di farsi portavoce  di questa richiesta al fine di garantire il mantenimento  quali-quantitativo dei servizi sanitari di cui siamo sempre andati  fieri.
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