Il Dal Molin e le vie di fuga
Giovedi 20 Ottobre 2011 alle 17:38 | 0 commenti
Riceviamo da Irene Rui e pubblichiamo
Nel 2013 c'è l'inaugurazione della nuova base USA e gli amministratori vicentini si stanno accorgendo che questa base avrà delle ripercussioni gravi sulla viabilità della città . E, poiché non si può dir di no a zio Sam, si stanno affannando per trovare una soluzione viabilistica e che dia una via di fuga per la sicurezza della base stessa.
Si fa presente che la viabilità in corrispondenza di Viale Ferrarin, e con essa anche la pazienza dei vicentini, è già messa alla prova grazie ai cantieri dei sottoservizi. Si chiede quindi, quanto dovranno pagare ancora i cittadini per la nuova base USA?
Per far fronte alla crisi della viabilità si parla di diverse ipotesi di accesso, una fra le quali è quella che è chiamata "perimetrale", poiché, si afferma, è una strada già presente ai confini con il lato sud dell'ex aeroporto, dietro alle siepi dello stesso.
Le siepi di cui si parla sono quelle accennate da Variati nel suo far da cicerone durante la visita dello scorso settembre al futuro Parco della Pace: "Il parco arriva oltre le siepi" affermava il buon Variati. Chi conosce ed osserva il territorio si accorge che la "strada perimetrale" effettivamente non è così perimetrale, ma è posizionata all'interno del parco o almeno sembra così dal momento che non c'è alcuna rete di divisione.
Si pone un'altra domanda: perché i cittadini dovrebbero risolvere i problemi relativi ad una mancanza di via di fuga della Base USA, rinunciando ad una parte del parco?
Se mancano le vie di fuga per la sicurezza della base che blocchino i lavori e chiudano definitivamente la prospettiva della base. Quell'opera mastodontica si può sempre riconvertire come polo a servizio cittadino.
La "perimetrale" non risolve, poi, la questione di intasamento di Viale dal Verme al momento che sbuca in Via Sant'Antonino e conseguentemente nel viale stesso, a meno che non si direzioni la viabilità a Nord verso la Lobia, creando ulteriori problemi.
Per quanto riguarda, invece, il prolungamento di Viale Ferrarin, si ricorda che la strada attraverserebbe una zona delicata dal punto di vista idrogeologico e devasterebbe un equilibrio faunistico-ambientale di particolare importanza, oltre ai reperti archeologici ivi presenti. Il prolungamento passerebbe in una zona interessata dalla recente alluvione dello scorso novembre, un'area diventata - dopo l'innalzamento degli argini a favore della base - un bacino di esondazione naturale.
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