Il Corriere del Veneto: Zuccato ha il dovere di parlare
Giovedi 28 Luglio 2016 alle 10:12 | 0 commenti
Nello stesso giorno in cui si è avuta notizia che anche Roberto Zuccato, presidente degli industriali veneti, è indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza nell’inchiesta sulla banca Popolare di Vicenza, negli uffici della procura della Repubblica Vicentina è velocemente transitato (per soli cinque minuti), Giuseppe Zigliotto, iscritto al registro degli indagati per gli stessi reati fin dall’inizio dell’inchiesta. Sia Zigliotto che Zuccato hanno ricevuto l’informazione di garanzia in quanto membri, nell’èra di Gianni Zonin, del consiglio di amministrazione Bpvi. Zigliotto «si è avvalso della facoltà di non rispondere», cioè ha fatto scena muta. Una scelta tecnica della difesa, si dirà . «Ognuno sceglie di difendersi come crede», ha commentato il procuratore capo Antonino Cappelleri. Nel silenzio imperante, c’è spazio per alcune riflessioni.
Ufficialmente, la motivazione addotta da Zigliotto è che come imputato non è ancora a conoscenza della documentazione e delle carte in mano alla procura: insomma non sa, l’imputato Zigliotto, quali prove ci siano contro di lui. La questione è quasi paradossale: l’imprenditore, che dal 2012 al marzo 2016 è stato presidente dell’Associazione industriali vicentini, dal 2004 e fino all’1 dicembre 2015 ha avuto una poltrona in consiglio di amministrazione della Popolare. In realtà dovrebbe sapere lui, molto meglio della magistratura inquirente, tutto quello che la banca ha deciso, fatto e disfatto in quegli anni. Soprattutto dal 2013 in poi, quando in Cda si sapeva benissimo che l’immagine esterna dell’istituto presentata dal presidente Gianni Zonin non corrispondeva alla situazione reale. Lo dimostra, tra l’altro, il particolare attivismo proprio di Zigliotto, come socio e cliente (seduto in Cda): riesce a vendere più di cinque milioni di azioni Bpvi bel febbraio 2015, in portafoglio ad una società controllata, tre mesi prima del «taglio» a 48 euro; riesce a farsi dare un credito di 30 milioni proprio mentre la banca rastrellava denaro con gli aumenti di capitale. Ma Zigliotto indagato ha diritto di tacere. Zigliotto ex presidente di Confindustria Vicenza un po’ meno. Perché l’Associazione degli industriali, pur essendo un sindacato, quindi un ente privato, è paragonabile ad un’istituzione. Essa stessa si considera tale, con orgoglio. In più, Confindustria ha un codice etico che tutti gli associati debbono rispettare, o dovrebbero. Qui non solo si dichiara che «il principio di legalità e il rispetto delle regole sono il fondamento di tutto il sistema confederale», ma si dice anche che «il quadro etico-valoriale rappresentato dal codice etico impone obblighi e requisiti coerenti» agli associati, agli imprenditori che rivestono incarichi associativi, agli imprenditori che rappresentano il sistema in organismi esterni. Cioè tutto quel che era Zigliotto: associato, presidente, membro del Cda di Bpvi. A tacer del fatto che la stessa banca Popolare di Vicenza era ed è un’associata Confindustria, e quindi i suoi «imprenditori» erano tenuti a rispettare in quanto tali il codice etico dell’associazione.
Ma torniamo a Zigliotto. Non è bene che siarimasto muto, vista la rilevanza istituzionale della sua figura; nella sua carriera ha parlato molto, e in tutte le sedi. Nel suo discorso di insediamento alla presidenza, il 15 ottobre 2012, quasi ammoniva: «Anche il sistema bancario ha precise ed importanti responsabilità , che non nascono oggi». Diceva anche: «Il Veneto è la regione in Italia con il più basso numero di magistrati per abitante, quella maggiormente sotto organico». Adesso ne arriveranno di più, per giudicare anche lui.
Zigliotto, il 25 settembre 2015, ha ricevuto l’unanime solidarietà della Giunta di Confindustria Vicenza, e un «caloroso sostegno», nella giusta convinzione dei 40 membri che un avviso di garanzia non sia una pronuncia di colpevolezza. A Zigliotto andò anche un ringraziamento per quanto aveva fatto come presidente, compresa la sua battaglia per la trasparenza interna. Solo interna, a quanto pare.
Ora anche Roberto Zuccato, presidente degli industriali veneti al quale ieri è parimenti arrivata la solidarietà di Confindustria , ha saputo d’essere indagato. Più avanti anche lui verrà convocato dai magistrati. Il presidente degli industriali ha già detto di «essere estraneo» e che saprà dimostrare la propria innocenza: ma per far capire questa sua estraneità non solo ai magistrati, ma a tutti (gli associati, i veneti terremotati dallo scandalo Bpvi, i cittadini che osservano Confindustria) sarebbe auspicabile che non si avvalesse della facoltà di non rispondere.
Di Paolo Coltro, da Il Corriere del Veneto
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