Due lavoratrici in prova free in bar vicentino, GdF e Ispettorato del lavoro: vanno assunte!
Mercoledi 12 Agosto 2015 alle 12:31 | 0 commenti
Martedì 11 agosto è un martedì speciale, penultimo giorno prima delle ferie, sole che splende e il mitico traguardo di ferragosto a pochi passi. Mi concedo una sosta golosa nel bar di un amico. Siamo nella periferia di Vicenza e con l'occasione voglio gustarmi il silenzio della città che traspare dall'assenza di clacson e frenate improvvise di auto che fino a qualche giorno fa dominavano le nostre strade. Insomma, sembra davvero l'occasione ideale per una ghiotta colazione prima di tornare a battere i tasti del PC.
Appena entro nel locale come da abitudine, e ancora più per deformazione professionale da quando faccio questo lavoro, raccatto il giornale locale per un veloce sguardo alle notizie odierne appoggiandomi direttamente al banco di mescita. Lo sguardo si alza alla ricerca della signora, moglie del mio amico, che, per i motivi che fra poco vi saranni chiari, chiamerò Carlo d'ora in poi, ma stranamente non la vedo e questo mi preoccupa un po' visto che è una nota stacanovista. Vedo però, oltre ad Alice, un volto nuovo, una loro collaboratrice a cui chiedo subito che fine abbiano fatto la "Parona" e il mio amico. Lei a voce bassa e, visibilmente preoccupata, mi risponde: sono nel retro con due ispettori del lavoro. Carlo mi aveva confidato di aver ricevuto una visita da parte della Guardia di Finanza sabato e che avrebbe dovuto recarsi oggi, mercoledì, nei loro uffici, per definire i dettagli della visita che ha evidenziato una lavoratrice al primo giorno di prova, senza alcuna copertura normativa. Mentre quel pensiero lavora nella mia testa, dal retro bottega sento gli animi surriscaldarsi, sempre con il giornale aperto ma senza aver letto nulla, e decido di aspettare. Dopo circa un quarto d'ora spuntano due donne a testa bassa, senza salutare e con passo spedito escono dal locale. Allora, come di consueto, mi avvio per salutare Carlo e la sua donna. Appena varcata la soglia che delimita la bottega dal retro vedo il mio amico in lacrime ed intuisco che le signore uscite da poco non sono state affatto una compagnia piacevole, come spesso accade in questi casi. Allora chiedo: Carlo ma cosa è successo? La sua risposta è lapidaria: «dopo questo - e le sue mani agitano alcuni fogli - non so se riuscirò ad andare avanti!». Mi avvicino e, cercando di consolarlo con un braccio attorno al collo, gli chiedo cos'è successo. «Dopo la visita di sabato, l'ispettorato del lavoro ha ricevuto mandato di tornare oggi (martedì, ndr) - mi dice - non aspettando il termine fissato per mercoledì». Allora incuriosito ribatto: è un verbale quello che hai in mano? Senza alcun mistero me lo lancia addosso e mi invita a leggerlo, ma prima di farlo gli chiedo se avessero riscontrato altre irregolarità . Ad occhi bassi mi risponde che «non avendo superato la prova di sabato la precedente lavoratrice, abbiamo deciso di testarne un'altra possibile ma, anche questa, senza alcun contratto. Del resto mica posso metterla in regola per un giorno di prova?» ribatte, con il viso ricoperto di lacrime, magari anche pensando fra sè e sè che forse poteva essere meno "superficiale" e attivarsi per ufficializzare nei modi consentiti la prova. A questo punto, mi metto a leggere il verbale e mi rendo conto come la sua preoccupazione sia comprensibile. Dopo una lunga descrizione compare la prima sanzione di 1500 € seguita da sanzioni accessorie di 450 € e, quello che mi fa gelare il sangue essendo in questo momento nei loro panni, è l'obbligo di assunzione a tempo indeterminato di entrambe le persone! A questo punto alzo la testa e lo guardo: assunzione di entrambe? Lui con un sorriso ironico e, visibilmente provato, annuisce dicendomi che la ricerca era volta ad una sola persona per un totale di 8 ora da dividersi tra sabato e domenica. Cosa farai? - gli chiedo. La sua risposta mi manda ancora più in crisi quasi fossi io ad avere il problema: «non lo so e pensa che tutto questo deve essere fatto entro domani (oggi mercoledì, ndr) alle 12, altrimenti scatta la chiusura del locale con conseguente perdita del lavoro degli altri 3 dipendenti!». A quel punto dopo qualche amichevole, ma non so quanto utile, pacca sulle spalle ci salutiamo ma il pensiero di Carlo mi macina in testa. Nel tardo pomeriggio (di ieri, martedì, ndr) non resisto e decido di chiamarlo per sapere quale decisione avesse preso. Mi risponde con voce affannata di aver girato tutto il pomeriggio per uffici, oltretutto molti dei quali chiusi per ferie, senza aver risolto molto. L'unica soluzione è rispettare le imposizioni fatte. Tutto finito? Magari, la ragazza di sabato risulta irreperibile, di conseguenza non può mettere la firma sul contratto di lavoro (senza sapere se è favorevole), la seconda ragazza è madre di quattro bimbi, di conseguenza un contratto a tempo indeterminato è troppo impegnativo rispetto a come chiedeva di lavorare. Dopo aver vissuto questa esperienza mi chiedo: di sicuro Carlo ha commesso degli errori, perché con le dovute comunicazioni si possono provare le lavoratrici anche per un giorno solo, ma come si può costringere una piccola attività da un giorno all'altro ad assumere due dipendenti a tempo indeterminato anche se con un orario limitato senza fare ulteriori accertamenti sulla eventuale casualità dei due episodi, ben diversi, se constatati, da un utilizzo di lavoratori continuativo e senza metterli in regola? Sanzionare è giusto ma con i tempi dovuti e dopo controlli più accurati specialmente quando, come nel caso di Carlo, la messa in crisi della sua piccola attività significherebbe condannare anche i lavoratori già in regola nel locale? Perché, è un dettaglio, il mio amico non ha i legali e i consulenti del lavoro che magari schierano subito in campo per difendersi aziende ben più grosse colte in fallo e che, leggendo magari il giornale che ho lasciato sul tavolo, si scopre che spesso la fanno franca...
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