Il congresso nazionale secondo Rolando e le sfide del Pd di Vicenza
Mercoledi 3 Luglio 2013 alle 19:11 | 0 commenti
Ucci ucci sento odor di congressucci. Dopo la pausa imposta dalla campagna elettorale per le elezioni amministrative, i diversi esponenti del partito democratico vicentino non possono più sottrarsi all’attrazione fatale che il "profumo" dell’imminente congresso nazionale esercita. Sarà anche Giovanni Rolando a dover gestire le pulsioni delle correnti interne al Pd cittadino, che in vista degli appuntamenti importanti in programma si faranno ancor più combattive.
I presupposti, infatti, ci sono tutti: da una parte i lettiani, da sempre predominanti nella cornice berica, e dall’altra i renziani che non staranno certo a guardare.Â
Ma il neo nominato organizzatore del Pd della città di Vicenza non si lascia di certo intimorire, anzi. Giovanni Rolando dimostra di avere le idee molto chiare sulle caratteristiche che il congresso nazionale dovrà avere e sulla direzione da dare al partito cittadino. “Bisogna lavorare insieme per creare un partito-comunità e lo si può fare con un congresso che parta dal basso, dai circoli, e che sia apertissimo alla discussione.† Rolando è infatti convinto che anche le posizioni differenti troveranno il modo di giungere ad una sintesi. “Un accordo politico tra le varie componenti deve essere trovato, altrimenti c’è il rischio della spaccatura con ripercussioni a livello nazionale che non oso immaginare.†“Lavorerò perché si discuta di contenuti e perché non si creino problemi al governo. Il congresso non deve essere visto come un trampolino per palazzo Chigi perché il premier c’è già e si chiama Enrico Lettaâ€, continua l’organizzatore del Pd dando una spallata ai propositi di quanti sperano in un’accoppiata leader-premier nella figura di Matteo Renzi. L’auspicio di Rolando, anzi, è che i discorsi sulla premiership vengano accantonati per concentrarsi piuttosto sulla definizione di una nuova forma del partito. “Un partito aperto, che abbia il contributo anche dei non iscritti, in particolar modo di ricercatori e professori, su temi specifici.â€Â
Come Rolando sottolinea, la posta in gioco per il Partito Democratico locale è alta. Vicenza, infatti, si presenterà al Congresso nazionale con una rappresentanza istituzionale non indifferente – sono ben sei i parlamentari vicentini -  che apre quindi a prospettive insperabili fino ad un passato non molto remoto. Aspettano di essere sostituiti, inoltre, il segretario provinciale Franco Ginato e quello regionale Rosanna Filippin. Entrambi, eletti al parlamento, lasceranno le cariche locali in concomitanza con il congresso. Oltre a ciò la partita si aprirà anche a Vicenza, dove il segretario Enrico Peroni ha annunciato che non si ricandiderà alla guida del partito per l’impegno preso come collaboratore dell’eurodeputato del Pd Franco Frigo. Tante poltrone attendono quindi di essere riempite e lo spirito dei combattenti dovrà essere al top in questo periodo precongressuale.Â
Un assaggio è già arrivato da dieci democratici, per la maggior parte renziani, che a metà giugno hanno chiesto a gran voce le dimissioni immediate e senza proroghe del segretario provinciale di Vicenza, accusato di aver trasformato la segreteria “in un comitato elettorale permanenteâ€. Ma questo è solo l’inizio. Il bello deve ancora venire.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.