Il cemento di Grumolo. A meno di dieci metri da due piccoli ma importanti corsi d'acqua
Domenica 15 Maggio 2011 alle 15:48 | 0 commenti
Un'operazione immobiliare molto chiacchierata nel comune dell'Est Vicentino rischia di trasformarsi in una sanatoria strisciante. E sullo sfondo rimane la questione della tutela dei suoli e delle acque dalle speculazioni edilizie
Non è una diatriba di paese quella che è in corso a Grumolo delle Abbadesse. Nel piccolo comune dell'est Vicentino infatti si sta giocando una partita che assume una grande valenza perché sono in gioco due visioni diverse, antitetiche per certi aspetti, per quanto concerne la gestione del territorio.
La giunta capitanata dal sindaco Flavio Scaranto pochi giorni fa ha portato a casa un voto compatto dalla sua maggioranza (una civica di centrodestra) col quale ottiene una leggera modifica del piano regolatore. Modifica con la quale si consente de facto una lottizzazione residenziale a meno di dieci metri da due piccoli ma importanti corsi d'acqua. Sebbene l'iter amministrativo non sia giunto a compimento la cosa ha scatenato reazioni veementi dalle opposizioni perché appena un anno fa era stato proprio lo stesso consiglio comunale a cancellare la disposizione che accorciava le distanze, dopo una presa di posizione molto vibrante da parte del "Comitato vicentino contro gli abusi edilizi" al quale era pure seguito un identico parere pro-veritate chiesto proprio da Scaranto ad un legale.
La maggioranza
Frattanto però è passato un anno esatto. Il comune nei mesi passati ha convocato una conferenza dei servizi, un istituto previsto dalla norma quando più enti debbono pronunciarsi su una determinata questione. Scaranto ora sostiene che «la conferenza dei servizi», regione e autorità di bacino in primis, «hanno acclarato senza ombra di dubbio» che la norma in ragione della quale si erano mantenute a dieci metri le distanze tra corsi d'acqua e fabbricati non si applica al corso d'acqua nei cui pressi sono previste diverse costruzioni residenziali. La maggioranza è coesa e accusa coloro che sono contrari alla delibera che rivede le distanze «di portare avanti un approccio ideologico e non pragmatico ai problemi in capo all'amministrazione».
Le opposizioni
Sul versante opposto ci sono invece le minoranze. Il consigliere Giorgio Magnani durante un accorato appello in consiglio comunale ha parlato di escamotage amministrativo e di documentazione ambigua e carente nonché di una delibera votata dal consiglio «palesemente illegittima rispetto alla quale si creerà un fronte comune fra tutte le associazioni ambientaliste perché viene in questo modo sancita una pratica contra legem che crea un precedente pericoloso. Un precedente che capita dopo le devastazioni delle alluvioni dell'autunno scorso».
Le cifre e le voci non smentite
Nel frattempo in paese si rincorrono le voci di una serie di pesantissime pressioni da parte dei proprietari proprio sulla giunta. Rispetto a tale questione, ma non solo, chi scrive ha chiesto un commento al sindaco proprio durante l'ultimo consiglio comunale di aprile. Il primo cittadino però ha preferito evitare ogni domanda. Tuttavia i numeri dell'operazione sono alla grossa noti. La lottizzazione a ridosso delle rogge seicentesche Moneghina e Riale, è portata avanti dall'Immobiliare Sergio srl di Arzignano che acquistò il terreno di 14.500 metri quadri nel 2002 pagandolo 600.000 euro e sul quale conta di realizzare una sessantina di unità abitative. Una circostanza che tra il rumoreggiante pubblico fuori e dentro l'aula era stata bollata come una mera speculazione palazzinara da venti milioni di euro.
Lo scenario
La questione però è ben più ampia. Già in passato Carlo Rizzotto (ex coordinatore dell'IdV della provincia berica) a più riprese aveva spiegato che «nel Vicentino come nel Veneto regna un certo caos nella gestione territoriale perché oltre a norme spesso carenti anche quelle vigenti non vengono rispettate oppure non vengono fatte rispettare dalle autorità preposte».
L'allerta dei comitati sulla questione Grumolo va ricompresa proprio in questa prospettiva perché c'è il timore che in futuro «speculatori e affaristi del mattone» usino il caso Grumolo per sanare in modo indebito «ciò che non può essere sanato». Una sorta di indulto urbanistico surrettizio, che se dimostrato, anche alla luce dell'alluvione di Ognissanti, si configurerebbe come una sorta di colpo mortale al già precario equilibrio idrogeologico di cui soffre l'intero Veneto.
Da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 213 in distribuzione e scaricabile in pdf
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