Il Cedro è morto: lettera aperta al Comune di Vicenza:
Domenica 19 Agosto 2012 alle 12:51 | 2 commenti
Riceviamo da Paola Pesavento e pubblichiamo
Cari Signori, la Vostra decisione di estirpare il Cedro di Viale Trieste non fa onore a Voi, a Vicenza e ai Vicentini. Nonostante le proteste e le critiche costruttivo-propositive (come quella del Sig. Mattiello), Voi siete andati avanti dritti per la vostra strada, come l'anno scorso con i Platani di Santa Libera, insostituibili monumenti storico-naturalistici, e l'anno prima con i bei Pioppi di Borgo Scroffa.
Inoltre state lasciando morire la Sequoia - unica rimasta - di Piazza Matteotti aspettando solo di potere esordire con la solita vecchia scusa "è malata" per toglierla di mezzo. Per non parlare delle idee raccapriccianti dell'Ass. Dalla Pozza sul destino che vorrebbe riservare al povero giardinetto della stessa piazza, in questa nostra bistrattata città sempre più torrida e cementificata. Perché Vi accanite sempre contro il verde a favore del cemento, dell'asfalto, e in ultima analisi di chi li produce e li vende? Perché trascurate sempre e comunque i sentimenti dei cittadini più informati e lungimiranti? Perché, in questa barca che affonda, continuate a fare nuovi buchi con l'accetta, invece di cercare di correre ai ripari cambiando tendenza, e seriamente rattoppare, rinverdire, favorire e migliorare con ogni mezzo il verde esistente? Gli alberelli-scopino che piantate, lo sappiamo tutti ormai, sono scelti appositamente perché non crescano mai (confermando così una prassi inaugurata dalla Giunta Quaresimin negli anni Novanta), in modo da evitare costi di manutenzione, foglie secche da scopare via e altri fastidi. La bellezza, l'utilità e il positivo influsso degli alberi ad alto-fusto sulla psiche dei cittadini sembrano non interessarvi affatto. Non vi interessa neppure che siano proprio gli alberi maestosi a dare dignità al verde urbano e che sia il verde urbano, con i monumenti e il decoro, a dare dignità alla città . I cespuglietti vanno bene, ma devono essere un corollario a platani, olmi, faggi, tigli e cedri del libano, non possono semplicemente sostituirli. Altrimenti si ottiene quel desolante effetto periferia che abbiamo creato in Campo Marzo. Un gruppo di toscani arrivati di notte in stazione si sono detti: "Ma he mmai sarà huello, ho' tutti hue' llampioni?" " E he voi he sia? Ma un parcheggio, no?" Perché non provate a uscire, per una volta, dal tremendo provincialismo che vi pervade e cercate di guardarvi intorno per farvi un'idea di come trattino gli alberi nelle città europee dove il verde conta qualcosa? Perché non provate per una volta a mettere il naso fuori da questa meletta bacata che ha nome "Vicenza" per osservare come se la cavino altre mele di nome "Londra", "Oxford", "Berlino", "Monaco di Baviera", "Stoccolma" o "Gothemburgo"? Quando anni fa Vi siete presentati alle elezioni Vi ho dato il mio voto con molta speranza. Ora invece, pensando anche al "Tribumostro" di Borgo Berga, ho un grande magone e dico :"Che delusione!"
Paola Pesavento
L'arroganza del potere ha preferito mostrarsi ad una vecchia signora sola ad al suo giardino che allietava anche i passanti con la sua bellezza e ristorava tutto l'intorno con la salubrità delle piante.
Marzia Chinol
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