Deceduta ieri bambina padovana: il caso del cosiddetto batterio killer torna d'attualità
Sabato 30 Luglio 2011 alle 15:53 | 0 commenti
Roberta Menaldo, Associazione Provinciale Socio-Ambientale Padova - La bambina padovana dopo alcuni giorni di agonia ieri è deceduta a causa di un batterio, forse il killer silenzioso che ha mietuto più di 100 morti in Germania. Riguardo al caso di Padova, ancora non c'è nulla di certo ma sembra che questo microrganismo non sia dello stesso ceppo del Escherichia Coli. I reperti sono in un noto istituto romano di analisi mediche e tra qualche giorno sapremo la verità . Anche perché in Italia esistono altri tre casi simili che attendono un responso.
Tutto ciò comunque ha ridestato le paure che questo batterio aveva generato nella gente qualche settimana fa. Si ricorda comunque che in Italia la situazione è sotto controllo, ma lo stato d'allerta esiste anche se le autorità sanitarie assicurano che non ci sono motivi per creare una psicosi. Ma vediamo quali sono state le ipotesi sui portatori sani del microorganismo incriminato. Il cetriolo, l'insalata, la frutta o i più probabili germogli di soia? Comunque l'unica cosa certa è che questo batterio , fino a poco tempo fa non era conosciuto, perlomeno nella forma attiva oggi. Pensate i batteri esistevano già nei primordi della Terra e dunque da almeno 4,5 miliardi di anni fa. Ma perché qualcuno ha insinuato il sospetto, visto che non riusciamo a identificarne la provenienza, che esso possa provenire da qualche oscuro laboratorio e sia sfuggito in modo casuale oppure che sia stato liberato deliberatamente per nuocere alle popolazioni? Ma da chi? Chi potrebbe essere interessato a generare terrore e morte con un simile e micidiale microrganismo? Solo un pazzo, e gli incresciosi accadimenti di Oslo dei giorni scorsi ci insegnano che questi degenerati esistono ancora. Ed in ogni caso se questo batterio è stato creato deliberatamente, chi l'ha fatto deve essere un biotecnologo che ha lavorato in un laboratorio chimico particolarmente attrezzato. Infatti oggi parlare di biotecnologie, significa discutere, oltre che di biologia, di ingegneria genetica, di informatica e di intelligenza artificiale. Dunque un complesso di attività scientifiche che solo cinquant'anni fa era praticamente sconosciuto. Fu solo dopo la scoperta nel 1953 del codice genetico e della doppia elica del Dna, ad opera di James Watson e Francis Crick, che si incominciò ad esplorare la possibilità di modificare l'evoluzione naturale. Poi nel 1984, con l'amplificazione del Dna, le biotecnologie si inseriscono nell'interessante filone delle indagini medico-diagnostiche che hanno permesso l'identificazione del codice genetico di ogni singolo essere vivente. Dunque qualcuno si chiede se le biotecnologie sono angeli o demoni? Non è semplice rispondere a questa domanda senza inoltrarci in una rassegna del lungo cammino che le trasformazioni biologiche naturali hanno percorso da quando, forse, 4.5 miliardi di anni, fa il primo organismo vivente unicellulare iniziò la sua evoluzione. E' noto che le tecniche biologiche sono praticate nelle campagne da tempo immemorabile per migliorare la resa dei prodotti agricoli o per creare nuove specie con la tecnica dell'innesto o della talea. Ma queste erano pratiche che richiedevano decine, forse centinaia di anni e conoscenze che si trasmettevano di generazione in generazione. Oggi invece le modificazioni genetiche avvengono, grazie alle biotecnologie e alle grandi risorse economiche delle multinazionali della chimica, in pochi mesi, senza la necessaria previsione di adattabilità nel lungo periodo. Infatti fino a dieci anni fa ci si chiedeva se le biotecnologie sarebbero state la "nuova frontiera" della medicina, oppure se avessero presentato lati oscuri e dannosi per l'uomo e per l'ambiente.
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