Il canone Rai è obbligatorio o no?
Mercoledi 24 Marzo 2010 alle 07:14 | 0 commenti
Il canone Rai è obbligatorio o no si chiede una lettrice alla vista del gazebo anticanone del giovedì.
Rispondo: il canone Rai va pagato senz'altro da chi possiede il televisore e solo per il fatto di possederlo indipendentemente dall'uso che ne fa. E chi non paga il canone è un evasore. Punto. Di evasori purtroppo qui come altrove ce ne sono molti ma tanto non autorizza l'evasione.
Allora chi paga è un cretino? si chiede la gentile lettrice. No, sono loro, gli evasori a doversi vergognare e infatti non si vantano in pubblico ma solo tra amici. Solo che l'evasione, e qui l'equivoco non è solo della nostra lettrice ma un'opinione largamente diffusa, viene identificata con la disdetta; disdetta prevista dalla legge e che è ammessa a due condizioni.
La prima che venga accompagnata dal pagamento di una somma per le spese di insaccamento (si avete capito bene insaccamento) del televisore e, secondo, che a richiesta dell'ufficio si consenta di insaccare l'apparecchio.
In sostanza la disdetta comporta non l'esclusione dei soli canali Rai come si fa con la Tv a pagamento, ma l'inutilizzabilità totale del televisore appunto perché viene reso inservibile dal sacco in cui viene rinchiuso e sigillato.
Dunque la disdetta, e si paga per esercitarla, impedisce qualsiasi uso della televisione.
L'evasore invece se la gode e senza pagare. Evasione e disdetta due vicende diverse e distinte perché mentre la prima va contro la legge la seconda è considerata una facoltà concessa dalla legge che ne disciplina modalità e conseguenze.
I disdettanti non sono evasori e gli evasori in quanto frodano la legge vanno puniti e per questo non vanno confusi con i disdettanti. Chiara la differenza.
A questo punto la lettrice, che ringraziamo per l'opportunità offertaci con la sua richiesta di chiarimenti, ci chiederà ma chi ve la fa fare a voi la disdetta, costosa com'è e anche così frustrante che solo un masochista la potrebbe volere.
Ecco qui sta il punto che fa la differenza tra coloro che evadono il canone e chi invece dichiara di volersi sciogliere dal vincolo con la Rai. La disdetta, almeno per il comitato che sta sulla piazza il giovedì, ha una forte valenza simbolica e per questo chiede un sacrificio; un'iniziativa pressoché simile a quella che svolge un sindacato quando proclama lo sciopero che comporta sì sacrifici nell'immediato ma in vista di uno scopo, migliori condizioni future.
Nello stesso modo il comitato per una libera informazione radiotelevisiva da più di un quarto di secolo sensibilizza l'opinione pubblica che è in pericolo di chiudersi nel pensiero unico, si batte contro il monopolio "Raiset", per una par condicio dal basso cioè che controlla i poteri e non viceversa, in favore di una Rai che liberata dalla politica faccia veramente servizio pubblico. E per far sentire la propria voce quel comitato invita i cittadini a proclamare lo sciopero (non quindi l'evasione) del canone mediante la disdetta in vista di un nobile obiettivo: informazione libera e pure indipendente ma soprattutto plurale. In proposito il nostro paese non gode buona fama nelle classifiche internazionali. Per questi motivi vale la pena di sacrificarsi e se l'informazione viene per prima, allora non mille ma un milione di disdette. Per piegare il potere l'unico modo è prenderlo per fame.
Giovanni Bertacche
[email protected] Â
Portavoce del Comitato Libera Informazione Radiotelevisiva (CLirt)
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